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da rassegna.it

Le riforme varate nei tre Paesi sud europei sono molto simili: licenziamenti più facili, destrutturazione dei contratti nazionali, aumento della precarietà e contrazione...

dei salari. Un'analisi del sindacato su quello che accade ai nostri vicini.

Hanno tanti aspetti in comune le riforme del lavoro che sono state appena varate in Spagna, Portogallo e Grecia. Riforme che richiamano, in qualche modo, anche il modello di mercato del lavoro che alcuni vorrebbero proporre in Italia. Lo spiega bene in un approfondimento, pubblicato recentemente nel "taccuino", Ornella Cilona, della Cgil nazionale.

Si parte da un'analisi della situazione occupazionale in Europa. Situazione, a dir poco, critica. "Secondo gli ultimi dati forniti da Eurostat – spiega la Cgil – a dicembre 2011 il tasso di disoccupazione nei 27 Stati membri è stato del 9,9%, una percentuale che sale al 10,4% se si considerano solo i Paesi che hanno adottato come valuta l'euro".

Ma la situazione è particolarmente grave in Spagna e in Grecia, dove il tasso è sopra al 20% (22,9% in Spagna, 20,9% in Grecia). E, un gradino più in basso, in Irlanda (14,5%) e Portogallo (13,6%).

Ancora più drammatici i dati diffusi da Eurostat sulla disoccupazione giovanile: "Alla fine dello scorso anno – riporta il sindacato – il 22,1% dei minori di 25 anni era senza lavoro nei 27 Stati membri". E qui l'Italia, con il suo 31% di giovani senza lavoro, è tra i "primi della classe", in compagnia di Spagna (48,7%) e Slovacchia (35,6%).

Ma veniamo agli interventi che i Governi stanno mettendo in atto a fronte di questa situazione così compromessa.

SPAGNA

Il governo di centro destra, guidato da Mariano Rajoy, ha approvato nei primi giorni di febbraio un disegno di legge che è ora all'esame del Parlamento. Quattro i punti più importanti, riassunti nell'analisi proposta da Cilona.

E' introdotta un'unica forma di contratto a tempo indeterminato nelle aziende con meno di 50 addetti, prevedendo, contemporaneamente una totale liberalizzazione dei licenziamenti nelle piccole e medie imprese. E' inoltre introdotto il divieto di assumere un lavoratore per più di due anni a tempo determinato L'indennità di licenziamento è ridotta da 45 a 33 giorni per ogni anno di lavoro nell'azienda.

La riforma prevede, inoltre, che in caso di crisi le imprese possano derogare dagli accordi collettivi di categoria, modificando a proprio piacimento mansioni, orari di lavoro e retribuzioni. Inoltre, i contratti di impresa prevarranno su quelli nazionali o regionali, che alla loro scadenza saranno validi solo per altri due anni.

Le aziende che chiameranno a lavorare un disoccupato di meno di 30 anni riceveranno agevolazioni fiscali per tremila euro, con la possibilità di utilizzare il primo anno il 25% dell'indennità di disoccupazione del giovane per integrare il suo stipendio. Inoltre, le imprese che assumeranno disoccupati potranno usufruire di uno sconto di 3.600 euro l'anno per un triennio sul versamento dei contributi previdenziali se la persona assunta ha meno di 30 anni e di 4.500 se ha oltre 45 anni ed è disoccupato di lunga durata.

Il segretario generale del sindacato iberico CC.OO ha definito la riforma "sbilanciata e centrata sui costi e sulle cause dei licenziamenti per renderli più facili ed economici". CC.OO e Ugt, l'altro sindacato iberico, hanno organizzato lo scorso 18 febbraio una manifestazione nazionale contro la riforma, giudicata peraltro, incostituzionale. Opposta la valutazione della commissione europea, che ha apprezzato le misure del Governo Rajoy.

PORTOGALLO

Un altro governo di centro destra, guidato da Pedro Passos Coelho, ha siglato con l'associazione industriali e con un sindacato (la Ugt) un accordo per la riforma del mercato del lavoro che l'altro sindacato portoghese (Cgtp) ha definito "un ritorno al feudalesimo". Imponente la manifestazione organizzata proprio dalla Cgtp lo scorso 11 febbraio contro la riforma.

Per i lavoratori portoghesi vi saranno d'ora in poi tre giorni di ferie annuali in meno. Inoltre, l'indennità di licenziamento è ridotta da venti a dodici giorni per ogni anno di lavoro, mentre l'indennità di disoccupazione sarà corrisposta per un periodo massimo di 18 mesi.

Le aziende hanno la facoltà di far lavorare i propri dipendenti fino a un massimo di 150 ore l'anno in più senza retribuzione quando c'è un picco di attività.

GRECIA

Qui l'analisi è molto semplice. Il nuovo pacchetto di austerity varato nei giorni scorsi dal governo di unità nazionale, guidato da Lucas Papademos, prevede una drastica deregolamentazione del mercato del lavoro e la diminuzione del 20% del salario minimo.

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