carceririvolta

di Giovanni Russo Spena

"Undici ore d'amore di un uomo ombra", il recente testo di Carmelo Musumeci, non è solo un libro che illustra l'aspra illegittimità della condizione carceraria ma è anche un libro di alta letteratura, di grande potenza narrativa, di profonda emotività.

Musumeci è un ergastolano "ostativo"; vivrà, cioè, e morirà in carcere, senza poter usufruire di permessi o scontare pene alternative al carcere. A lui e a tutti gli ergastolani è tolta anche la speranza, prevista dalla Costituzione, di reinserimento nella società. Bisogna ringraziare l'edizione Gabrielli perché dà la possibilità a Musumeci di esprimersi in un mondo editoriale in cui il coraggio è molto carente e l'omologazione verso i potenti è la regola. Così come bisogna ringraziare le operatrici e gli operatori (di straordinaria sensibilità e valore) dell'associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII", che sono, per Musumeci, il tramite con il territorio. Musumeci dedica anche questo libro (dopo lo splendido testo"Uomini ombra") agli ergastolani"ostativi". Scrive nella dedica: "é difficile che ci diano la speranza se non ce la prendiamo noi. Dobbiamo decidere cosa fare di noi. Che aspettiamo? La lotta contro l'ergastolo è una crescita e dimostrerebbe che siamo cambiati". Musumeci, pur rinchiuso in carcere, svolge una attività culturale e politica fervida, continua, quotidiana. E' contro ogni ingiustizia (è stato promotore della raccolta di firme in carcere a favore degli operai di Pomigliano e contro l'abbattimento dell'art.18); si è iscritto a Rifondazione Comunista; ha studiato, tra mille ostacoli; si è laureato. Il suo sito e il suo blog sono molto seguiti. Carmelo vive una contraddizione profonda : sta chiuso in quattro mura, ma la sua passione, la sua forza letteraria oltrepassano le mura del carcere. Per lui particolarmente quelle mura sono troppo anguste. Scrive Barbara Alberti nella prefazione: "un gigantismo che sa esprimersi, come nel suo lontano fratello, il poeta Vladimir Majakoskij, che era un dominatore anche quando non lo voleva". Carmelo è la metafora vivente delle sofferenze quotidiane causate da un carcere in cui vive l'illegalità permanente. Esiste ancora la pena dell'ergastolo (e quasi 1500 sono ergastolani"ostativi", che non usciranno mai). Racconta Musumeci negli "Uomini ombra": l'ergastolo è una pena di morte a gocce ed è sbagliato dire che assomiglia alla pena di morte perché è molto peggio, perché continui a vivere ma smetti di esistere; ti lascia la vita,ma ti ammazza il futuro. Sapete quale è la cosa più brutta della giornata dell'ergastolano? Che domani inizia tutto daccapo,che sarà una giornata come ieri,come sarà domani e dopodomani,come sarà per sempre." In Italia ancora esistono strutture incivili come i CIE, le "galere etniche", dove i migranti sono rinchiusi senza aver commesso nessun reato: si tratta di donne e uomini che sono considerati "clandestini" solo per la ferocia xenofoba dei razzisti di Stato. E il governo Monti si muove in perfetta continuità con le nefandezze di Maroni, Alfano ecc. Mi pare che Musumeci ricordi anche a noi il dovere di impegnarsi a fondo per la difesa della Costituzione e dello Stato di diritto.

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