di Gian Paolo Patta
É in atto una martellante campagna per convincere gli italiani che la colpa della disoccupazione giovanile é dell'articolo 18, cioè della presunta rigidità in uscita dal lavoro. Insomma i giovani non entrano perché nessuno esce dal lavoro perché non si può licenziare.
Bugiardi. Secondo l'Inps nel 2010, le indennità di disoccupazione ordinarie pagate sono state 1,2 milioni, quelle a requisiti ridot...ti (persone che non lavoravano tutto l'anno) 468 mila, la disoccupazione agricola 520 mila. Numeri rivisti in alto dopo gli ultimi accertamenti. Totale 2,2 milioni.Tenendo presente che i lavoratori iscritti all'Inps erano 12 milioni circa stiamo parlando di numeri enormi, soprattutto se teniamo presente che tutto ciò accade ogni anno. Anche nelle grandi imprese , dove secondo la campagna in atto i lavoratori restano abbarbicati al posto finché non vanno in pensione, nel 2010 sono entrati e usciti 270 dipendenti ogni 1000. La metà per scadenza dei contratti a termine e gli altri sono stati licenziati con o senza incentivi. Entrata e uscita di dimensioni tali da rendere possibile, se si volesse, un largo rinnovamento dei dipendenti, invece i giovani disoccupati sono aumentati. La vera causa del mancato avvio al lavoro dei giovani va ricercato nel crollo dei pensionamenti a causa dell'innalzamento dell'eta' pensionabile e andrà sempre peggio via via che si andrà in pensione vicino a settant'anni.
L' articolo 18 i padroni non lo vogliono perché vogliono intimorire i lavoratori. I lavoratori intimoriti non fanno rispettare leggi e contratti e si rendono disponibili a lavorare a tutte le condizioni.
Così si illudono di uscire dalla crisi!!
Martedì 10 Aprile 2012