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di Stefano Galieni

L'asteroide un tempo noto come 8558 porta da tempo il nome di Margherita Hack, una delle più importanti esponenti nel campo delle ricerche astronomiche e contemporaneamente sempre impegnata nel campo delle attività sociali e politiche.

Anche lei ha aderito alla manifestazione del 12 maggio a Roma, ne parliamo partendo dal vento nuovo che si respira in Europa dopo le elezioni in Francia e in Grecia

«Si sta tornando la speranza. Si riafferma la voglia di impegnarsi per i diritti dei lavoratori, per i giovani, i precari, le donne e la difesa del welfare. Non si vuole più accettare la logica del mercato e si sta prendendo coraggio. C'è voglia di fare e produrre e non solo di pensare a come far soldi con meno fatica possibile. Quindi è il momento di prestare più attenzione alla scuola, alla cultura, a tutte quelle innovazioni che possono portare nuove opportunità di lavoro».

Invece fra i tagli annunciati il governo dichiara di voler ancora intervenire proprio sulla scuola.

«Bisogna fare il contrario. Bisogna colpire gli stipendi dei ricchi come gli sprechi negli uffici pubblici. Bisogna anche che ci si abitui a considerare importante la cosa pubblica come bene comune e non disprezzare le risorse di cui si usufruisce. Io mi arrabbio anche quando all'osservatorio astronomico lasciano accese le luci o sprecano la carta. Può sembrare poca cosa ma se si pensa che questo avviene in ogni ufficio..»

Cosa ti ha spinto a partecipare alla prima manifestazione promossa da forze politiche contro il governo Monti?

«Sicuramente, su molte questioni, questo governo è migliore di quello precedente. Per certi versi non possono fare miracoli e non hanno una vera maggioranza in parlamento. Ma manca il coraggio e soprattutto il rispetto per le classi più deboli. Il rispetto per la formazione, la scuola il welfare. Si continuano ad attaccare soprattutto i diritti dei lavoratori e non c'era certo bisogno di prendersela anche con l'articolo 18. Prendono i soldi dove sanno di poterli prendere facilmente invece di attuare una vera patrimoniale progressiva. Chi ha più deve pagare di più, basta prendersela con i più deboli».

Il nuovo presidente francese Hollande ha promesso proprio una patrimoniale sui grandi capitali

«La Francia rappresenta una grossa speranza. Potrebbe trascinare l'Europa a cambiare la propria politica, a cambiare andazzo. Comunque se si pensa che fino a pochissimo tempo fa i paesi andavano verso destra – ricordiamoci del nord Europa – quello che sta accadendo potrebbe veramente rappresentare un cambiamento forte».

Da ultimo, cosa ti senti di dire ai tanti ricercatori che non riescono a lavorare in Italia e magari già stanno cercando di andarsene in altri paesi dove la loro competenza viene riconosciuta

«Io chiedo che non se ne scappino ma che realizzino un nuovo Sessantotto. Questo paese ne ha bisogno e ha bisogno di loro. Devono restare per far valere i propri diritti e per migliorare questo Paese. Sono convinta che possono trovare la forza per affermarsi qui, anche se dovranno lottare per veder riconosciuti i propri diritti».

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