termini-imerese-sciopero

di Massimo Giannetti

«Da qui ai prossimi giorni a Termini Imerese se ne vedranno delle belle, la nostra protesta sarà un crescendo...». Sono le quattro del pomeriggio e davanti alla sede dell'Agenzia delle entrate, sul lungomare Cristoforo Colombo, ci sono un sacco di poliziotti.

Dentro c'è trambusto, ma non è una protesta di routine, perché la sede locale del fisco è stata clamorosamente occupata da centinaia di ex operai Fiat dopo un'infuocata assemblea mattutina davanti ai cancelli dello stabilimento, chiuso ormai da più di cinque mesi.
«Vogliamo essere ascoltati - dice un battagliero Vincenzo Comella, della Uilm, mentre occupa anche lui l'Agenzia delle entrate - abbiamo scelto questo obiettivo sensibile perché rappresenta lo stato che riscuote le tasse nel territorio, e noi dallo stato vogliamo risposte sul futuro di oltre duemila lavoratori rimasti di fatto con un pugno di mosche in mano». Dal governo, in particolare dal ministro dello sviluppo economico Corrado Passera e da quello del lavoro Elsa Fornero vogliono sapere che fine abbia fatto il piano di riconversione industriale dello stabilimento Fiat da parte della Dr Motors: se cioè è un piano che ha ancora gambe per camminare o se invece, come sembra, è da considerare un peso morto. L'imprenditore molisano Massimo Di Risio - a cui il governo (attraverso Invitalia) e la regione Sicilia avevano affidato le sorti degli operai finiti in mezzo alla strada in seguito alla fuga di Sergio Marchionne da Termini Imerese, è un uccel di bosco, sparito alla ricerca affannosa di un centinaio di milioni di euro che le banche a cui si è rivolto - Unicredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi - non intendono però concedergli a causa della sua precaria condizione economica. In base all'accordo di dicembre, Di Risio sarebbe dovuto entrare in possesso dello stabilimento (per produrre auto low cost) all'inizio di questo anno, ma sono passati già cinque mesi e la promessa riassunzione degli operai è rimasta tale: carta straccia. E l'esasperazione delle ex tute blu - tutte in cassaintegrazione a zero ore - è comprensibilmente alle stelle. Se non parte il piano Di Risio tra sei mesi, rischiano di non avere più neanche la proroga della cig e salterebbe anche la mobilità per gli ex operai più anziani (gli esodati) che sempre in base all'accordo siglato con i sindacati dovrebbero essere accompagnati gradualmente alla pensione.
«Il governo - dice Roberto Mastrosimone, della Fiom - non sta rispettando niente di quello che era stato stabilito dall'accordo: ha stralciato le tutele promesse per i 640 esodati, che adesso rischiano di rimanere cinque anni senza un lavoro e senza pensione, e sta fallendo la sua funzione di garante del piano di riconversione della fabbrica. In più - aggiunge il sindacalista - non va dimenticato che ci sono 100 lavoratori dei servizi di pulizia e mensa che da dicembre non hanno uno stipendo, perché non è stata ancora autorizzata la cassa integrazione».
Ma perché il governo tace? «Perché evidentemente non ha nulla da dirci - riprende Comella - Invitalia latita da due mesi. Con l'adivisor del governo e con il ministero dello sviluppo economico avremmo dovuto riunirci il 3 maggio a Roma, ma l'incontro non è stato mai fissato. A questo punto temiamo che la situazione sia peggiore del previsto e non possono darci rassicurazioni. Il rischio è che salti tutto, non solo il diritto al secondo anno di cassa integrazione per il 2013, vincolato all'assunzione del 30 per cento del personale da parte della Dr entro il 2012, ma l'intero piano di riconversione».
L'occupazione dell'Agenzia delle entrate dovrebbe proseguire a oltranza. Ma la protesta degli operai di Termini, riesplosa dieci giorni fa con uno sciopero cittadino, «sarà articolata anche in altre forme e in altre sedi», assicurano i sindacati metalmeccanici, che per domani annunciano una manifestazione a Palermo davanti alla prefettura e poi alla Regione. «Il destino degli ex operai Fiat è una questiona nazionale. La tensione sociale cresce a causa degli assordanti silenzi delle istituzioni», dicono Maurizio Bernava e Mimmo Milazzo, segretari della Cisl Sicilia e di Palermo lanciando un appello alle forze politiche affinché intervengano sul governo.
da Il Manifesto, giovedì 10 Maggio 2012

Condividi

Cerca

Sostieni il Partito


 

COME SOTTOSCRIVERE

  • tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.
  • attivando un RID online o utilizzando questo modulo
  • con carta di credito sul circuito sicuro PayPal (bottone DONAZIONE PayPal sopra)

Ricordiamo che le sottoscrizioni eseguite con la causale erogazione liberale a favore di partito politico potranno essere detratte con la dichiarazione dei redditi del prossimo anno