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di Marco Consolo
Il Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea denuncia i gravissimi fatti che stanno accadendo in Guatemala, evidenziati nella lettera aperta inviata al presidente del Guatemala, Otto Pérez Molina.

Dal 2009 l’impresa spagnola Econer-Hidralia, rinominata Hidro Santa Cruz, prevede la costruzione di una diga per la produzione di energia idroelettrica, nella zona di Santa Cruz Barillas.

La popolazione locale non è mai stata consultata, in netta violazione dell’accordo 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), ma si è espressa successivamente e in maniera totalmente contraria al progetto che ridurrebbe l’accesso all’acqua, sia per uso agricolo che per uso domestico, oltre a creare ingenti danni ambientali.

L’ipocrisia con cui si è continuato a fare false promesse è stata smascherata nel gennaio di quest’anno quando, dopo la promessa di un tavolo di dialogo, l’impresa ha avviato i lavori inviando macchinari pesanti, provocando cosí le prime reazioni della popolazione.

Da tre anni il governo e l’impresa usano tutti i mezzi (sia di intimidazione che legali) per attaccare chi cerca di resistere al progetto,  culminati nel ferimento a colpi di arma da fuoco di Pablo Antonio Pablo e Esteban Bernabé e nell’omicidio di Andrés Francisco, uno dei leader comunitari che non aveva venduto la propria terra e che dal 2010 aveva denunciato di essere vittima di minacce. Omicidio per cui non è stata avviata nessuna indagine seria.

Dal 2 maggio 2012 a Santa Cruz Barillas è in vigore lo “stato d’assedio” con la scusa della lotta al narcotraffico per  nascondere le vere ragioni del conflitto sociale in corso nella zona. Criminalizzazione e persecuzione sono diventate le politiche pubbliche a difesa di interessi privati sia nazionali che di multinazionali straniere: 400 poliziotti e 500 militari sono stati inviati sul posto, incarcerazioni arbitrarie (almeno 12 arrestati tra cui 3 donne), mentre si susseguono le minacce.

Siamo di fronte all’ennesima violazione del diritto dei popoli di partecipare alle decisioni che riguardano i territori in cui vivono, all’ennesima prevaricazione a vantaggio degli interessi delle multinazionali.

La lotta di Santa Cruz Barillas oltrepassa i confini: la stessa lotta delle popolazioni contro i progetti Hidroaysén in Cile ed El Quimbo in Colombia, entrambi dell’italianissima Enel-Endesa. È la stessa lotta delle popolazioni della Val di Susa.

Il PRC-SE  riafferma il suo appoggio alle lotte in difesa dei diritti delle popoli e dei beni comuni, e si associa alle richieste espresse dalla popolazione di:

1)    Annullare lo “stato d’assedio” nella zona, reintegrando le garanzie costituzionali per gli abitanti di Barillas  e liberando tutte le persone accusate senza prove ed attualmente nelle mani della polizia e dell’esercito.

2)    Iniziare una investigazione seria per scoprire i responsabili dell’omicidio di  Andrés Francisco Miguel e delle minacce a Pablo Antonio Pablo e Esteban Bernabé ed allo stesso tempo garantire la sicurezza dei dirigenti sociali denunciati e minacciati dall’impresa Hidro Santa Cruz che invade le terre che non gli appartengono.

3)     Riconoscere i risultati della consultazione realizzata a Barillas sulla idroelettrica e delle altre 61 in tutto il Paese, rispettando il Convenio 169 de la OIL, il Código Municipal e la stessa Costituzione guatemalteca che difendono i popoli originari nella difesa del loro territorio.

 
4)    Sospendere le attivitá dell’impresa Hidro Santa Cruz, cosí come delle altre imprese fino a che il parere delle popolazioni locali sia ascoltato e tenuto in considerazione. Il governo deve  costruire un vero dialogo sul futuro del Paese, rispettando le richieste delle popolazioni originarie e dei suoi cittadini, e non quelle delle multinazionali straniere o delle grandi imprese locali.

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