di Giulio Marcon
Spendere oltre 4 milioni di euro il prossimo 2 giugno per far sfilare carri armati e mezzi blindati mentre con gli stessi soldi si potrebbero soccorrere oltre 5 mila sfollati delle zone colpite dal terremoto per almeno una settimana, è una scelta irresponsabile e senza senso.
Fare una parata militare in tempi di crisi è già uno spreco. Ma nel caso di un terremoto così grave tutto ciò testimonia mancanza di sensibilità. E disinteresse per quello che prova il paese in queste ore. Per la gita dei carri armati ai Fori Imperiali non si lesinano spese, per aiutare le popolazioni colpite dal sisma si dovrà ricorrere probabilmente a un altro aumento delle accise sulla benzina.
Il modo migliore per celebrare la Repubblica il prossimo 2 giugno è tenere i carri armati a casa e mettersi a disposizione degli sfollati. E invece di sprecare 10 miliardi di euro per fare 90 cacciabombardieri F35, quei soldi (come propone Sbilanciamoci! nel Dossier 2012 sulle spese militari in Italia) potrebbero essere meglio spesi per mettere in sicurezza le migliaia di scuole, fabbriche, municipi che rischiano di venire giù ad ogni evento calamitoso.
Quella parata militare - così tronfia e retorica - che negli anni '80 era stata sospesa, dovrebbe essere definitivamente cancellata. Napolitano ha scelto diversamente, manterrà la manifestazione. Tra l'altro, già il 4 novembre si spendono altri milioni di euro per esporre al Circo Massimo elicotteri, aerei, carri armati, mitragliatrici in una sorta di fiera horror di strumenti di guerra. Cancellare le parate del 2 giugno (e del 4 novembre) è un segno di rispetto per le popolazioni e di intelligenza in tempi di crisi: se l'avessimo fatto 10 anni fa, avremmo avuto risorse sufficienti per mettere in sicurezza il territorio di buona parte dell'Emilia Romagna. Chi il 2 giugno voglia curiosare tra i carri armati e i blindo se li vada a vedere nelle caserme. E i soldi della parata spendiamoli per le popolazioni colpite dal terremoto.
da Il Manifesto, mercoledì 30 Maggio 2012