di Giuseppe Pipitone
“Amici che ascolto e che stimo mi hanno chiesto di candidarmi per la Sicilia, senza passare dagli apparati di partito. Dirò di sì”. A cinquanta giorni dalle dimissioni (per ora soltanto annunciate) di Raffaele Lombardo e a quattro mesi dalla probabile data delle nuove elezioni, la corsa alla presidenza della Regione Sicilia è ufficialmente iniziata. L’input ufficiale lo dà un post di Claudio Fava, ex europarlamentare dei Ds e adesso dirigente di Sel, che stamattina ha annunciato la volontà di candidarsi a governatore dell’isola direttamente su Twitter, poco prima di recarsi della conferenza stampa indetta per l’occasione a Palazzo dei Normanni.
La proposta di candidare il figlio di Pippo Fava, il giornalista assassinato da Cosa Nostra il 5 gennaio del 1984, era stata avanzata dai giorni scorsi da un appello firmato da tredici intellettuali e personaggi del mondo dello spettacolo: tra questi anche Franco Battiato, Pina Maisano Grassi, Dacia Maraini e Gustavo Zagrebelsky. “Dopo l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il presidente Lombardo e la condanna definitiva del suo predecessore Cuffaro le siciliane e i siciliani hanno il dovere e l’opportunità di voltare pagina. La Sicilia merita un’altra politica e un altro futuro” si legge nell’appello che conclude chiedendo a “Claudio Fava di candidarsi alla Presidenza della Regione Sicilia”.
La risposta di Fava non si è fatta attendere. Stamattina l’ex giornalista de I Siciliani si è presentato nella sala stampa dell’Assemblea Regionale Siciliana per accettare la proposta che gli era stata lanciata. “La mia non è una candidatura contro i partiti – ha esordito Fava – ma a prescindere da loro. Mi rivolgo ai siciliani e alle siciliane. Qui non ci sono dirigenti di partito, sarei potuto venire con Nichi Vendola, invece sono solo perché voglio metterci la faccia. Il fatto che l’invito a candidarmi venga anche da gente non siciliana, non specializzata nella lotta alla mafia come Zagrebelsky, non deve essere sottovalutato: è un dato importante perché adesso la Sicilia deve scegliere tra l’essere laboratorio o cavia”.
L’ex europarlamentare dei Ds ha spiegato quale sarà il concetto chiave che guiderà la sua campagna elettorale. “La Sicilia è stata vittima di un autonomismo sventolato in modo accattone, di una sanità basata su pizzini, di servizi sociali riservati a famigli e compari. Pasolini diceva poveri ma belli. Noi nella situazione attuale di questa terra potremmo dire poveri ma devastati. È per questo che la nostra idea di base sarà Libera Sicilia, libera perché è da liberare ma soprattutto perché libera è sia aggettivo che sostantivo”.
In attesa di possibili aperture dei partiti di centro sinistra (i fari sono puntati tutti sulle scelte di Leoluca Orlando e Italia dei Valori) la candidatura di Fava dunque non passerà, almeno per il momento, dal meccanismo delle primarie. “Le primarie non sono una liturgia o una ricetta ma un’occasione e si fanno tra partiti che condividono un progetto – ha spiegato – è quindi difficile immaginarle con partiti che appoggiano Lombardo. Dal Pd in questi anni ho registrato un’opaca scelta di governo. Aver scelto di continuare ad appoggiare il governo Lombardo seguendo l’idea che stare al governo è un valore politico assoluto e che il giudizio politico prescinde da valore morale mi sembra bizzarro, di scarsa coerenza. E loro lo hanno fatto in maniera compatta”.
Il riferimento sembra diretto all’europarlamentare democratico Rosario Crocetta, che appena 2 giorni fa aveva annunciato anche lui la volontà di candidarsi alle prossime elezioni regionali. “ Stimo molto Crocetta, è una persona che ha dato tanto e che continua a dare tanto al mondo dell’antimafia – ha chiarito Fava – ma non possiamo dimenticare che sta dentro un partito che al momento ha una grammatica politica diversa dalla mia”.
La replica dell’ex sindaco di Gela non si è fatta attendere. “Fava si candida? Vincerò io. Lui è un unto del signore. La sua candidatura è narcisistica e non ha i voti. Sono ottimista: le elezioni a presidente le stravincerò, anche se correrò da solo”.