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Intervista a Patrizia Moretti di Paola Benedetta Manca
“uno strazio senza fine”. Per Patrizi moretti, mamma di Federico Aldrovandi, dopo al sentenza che ha condannato i poliziotti che l’hanno assassinato, l’incubo continua sulle pagine di Facebook  “attraverso gli insulti rivolti alla memoria di mio figlio e a me”.
Si aspettava offese così forti proprio adesso?
“No. Siamo rimasti esterrefatti. Pensavamo che, con la sentenza deifinitiva, finalmente avremmo avuto un po’ di pace. È sette anni che gli assassini di Federico ci insultano con le loro false verità e attraverso i social network, nascondendosi dietro altre persone”.
Ora invece, l’attacco è diretto.
“Sì. Sono usciti allo scoperto. Perciò stavolta ho deciso di querelarli. Paolo Forlani non è la prima volta che cerca di colpirci. A marzo mi ha querelato solo perché ho scritto sul blog di Federico che, incontrarlo in un bar mentre rideva felice, mi faceva male”.
Cosa fa più male di questi insulti?
“Il fatto che questi individui continuino a sostenere che hanno agito bene, dopo la violenza inaudita e pazzesca che hanno scaricato su mio figlio. È qualcosa di pericoloso che mi spaventa. Come mi fa paura che l’associazione ”prima difesa” tuteli queste persone. Ma cosa vorrebbero, che gli venisse riconosciuta la licenza di uccidere?”
Da dove arriva tanta spavalderia?
“Dal fatto che finora, le istituzioni e la politica non sono intervenute per applicare le sanzioni disciplinari che si meritano questi agenti. Dev’essere fatto al più presto e, quest’ultimo episodio, può fornire elementi importanti di valutazione”.
Sono passati 7 anni da quella mattina del 25 Settembre, cosa prova nei confronti degli assassini di suo figlio?
“più della rabbia, che c’è sempre, adesso provo un grande schifo. Sono dei mostri, mi disgustano”.
In questi anni si è data una spiegazione di cosa è successo davvero?
“Sono convinta che Federico sapesse qualcosa e lo volessero ridurre al silenzio. Doveva essere una punizione ma gli è scappata la mano. Spero che, prima o poi, chi sa qualcosa parli”.
Cosa farete quando finalmente finirà questa vicenda?
“In questi anni non siamo mai riusciti a piangere nostro figlio da soli. Siamo stati costretti a correre da un tribunale all’altro. Vorremmo un po’ di serenità anche se non potremo mai darci pace. La mancanza di Federico è continua: è come se ci fosse sempre in sottofondo un rombo di tuono. E la cosa più brutta è che è morto senza ragione. Un fatto del genere non deve mai più capitare. Per questo deve essere approvata la legge sulla tortura”.
da L'Unità, martedì 26 Giugno 2012

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