di Chiara Giunti*
La prossima «Due giorni a Parma» (sabato e domenica) si propone di elaborare alcuni elementi chiave di programma e di organizzazione. S'intende farlo applicando il metodo Party (Partecipazione attiva riunendo tavoli interagenti), ispirato con alcune varianti a due fra i più diffusi strumenti di democrazia partecipativa (Electronic town meeting e Open space technology). Chi entrerà sabato mattina nella bella sede del Teatro Due, si registrerà all'ingresso e sarà fornito/a di un biglietto numerato corrispondente a uno dei tavoli di discussione in cui ci distribuiremo per quattro ore e mezzo ca. Avrà anche una cartellina informativa contenente tutti i materiali utili a inquadrare i temi in discussione, e in particolare due "documenti di partenza", brevi e strutturati per punti, che costituiscono la base effettiva del lavoro partecipato.
Prima si terrà una breve assemblea, sul senso generale della «Due giorni» e sui passi essenziali del metodo Party. Quindi ci collocheremo in più sale ai tavoli assegnati, e ogni persona si ritroverà insieme ad altre 15 circa, il più possibile diverse per provenienza genere ed età, più una addetta a facilitare il confronto ed un'altra a tenere il report su Pc. Si partirà dal documento che tratta di alcuni "punti caldi" inerenti all'organizzazione e alle regole della rete di Alba, anche connessi alla bozza di Statuto.
Nelle ore successive si affronterà il secondo, inerente ad alcune questioni chiave per la costruzione di un programma alternativo al liberismo e al montismo: un'altra Europa, riconversione ecologica e beni comuni, proposte per costruire l'iniziativa sul lavoro a Torino dopo l'estate.
Per le sale gireranno alcune persone ("sarti") col compito di tenere i collegamenti fra i tavoli e garantire insieme con facilitanti e reporter il buon andamento dell'insieme. Man mano che parti di report saranno state completate dai singoli tavoli verranno riversate in alcuni Pc centrali. Così i "sarti" potranno già iniziare il loro delicato lavoro di "taglia e cuci": fusione e/o individuazione di opzioni diverse. Un'operazione che si protrarrà per il tempo necessario dopo la conclusione dei tavoli per fornire la base dei confronti e delle decisioni del giorno dopo. La domenica mattina, infatti, chi ha partecipato ai tavoli si riunirà in due successivi momenti di plenaria, dove i "report di sartoria" saranno presentati, discussi con brevi interventi pro-contro e sottoposti quando necessario al voto.
Quello che uscirà sarà così il frutto sia dell'interazione capillare ai tavoli, molto più intensa e partecipata di quanto non possa mai avvenire in assemblea o in grandi gruppi di lavoro tematici, sia l'espressione decisionale di un'assemblea davvero "sovrana", perché basata su un processo di informazione e scambio approfondito e diffuso, a cui concorrono intorno ai tavoli e poi in plenaria saperi "esperti ed esperienziali" singoli e collettivi.
Ci riusciremo? Il metodo è stato sperimentato più volte da Rete@sinistra che lo porta così in dote ad Alba. Possiamo dire che, se perseguito con consapevolezza e rigore, favorisce un buon equilibrio fra discussione e decisione, e a costi molto contenuti. Aspetti certo non unici, ma essenziali per la costruzione di un soggetto politico la cui "novità" passa in primo luogo per una vera sperimentazione degli strumenti di democrazia partecipativa al proprio interno. Ci proviamo e invitiamo chiunque lo voglia a concorrere all'impresa.
*Comitato esecutivo di Alba www.soggettopoliticonuovo.it
da Il Manifesto, 29 Giugno 2012