Comunicato del PRC-SE
Tre anni fa un colpo di Stato in Honduras rovesciava il Presidente costituzionale Manuel Zelaya. I militari con l’appoggio del Parlamento, lo arrestavano per “attentato alla Costituzione” ed insediavano Roberto Micheletti, un imprenditore di origini bergamasche. A distanza di tre anni la situazione nel Paese è ben lontana dall’essere “normalizzata” come sostengono quei governi che, insieme alla grande stampa internazionale, hanno salutato con entusiasmo la frode elettorale con cui è stato “eletto” Porfirio Lobo nel Novembre del 2009.
Al contrario, il golpe ha aperto una fase di violenza, come negli anni 80, quando omicidi politici, detenzioni forzate e sparizioni erano all’ordine del giorno. Alla base del golpe vi è il controllo della terra, delle risorse minerarie, dell’acqua come fonte di energia, anche per grandi imprese italiane come l’Astaldi impegnata nella diga di Nacaome, e l’Impregilo (diga Cajòn).
Dal Novembre del 2011 il Parlamento honduregno ha dato all’esercito la facoltà di svolgere funzioni di polizia. Da allora è aumentata la militarizzazione del Paese, la repressione, la criminalizzazione dei movimenti sociali e gli omicidi selettivi ad opera degli squadroni della morte, assessorati dai paramilitari colombiani. Secondo le organizzazioni di difesa dei Diritti Umani, dal golpe del 2009 sono stati assassinati 23 giornalisti, più di 60 contadini, 80 membri della comunità Lgbt. È di pochi giorni l’ultimo omicidio di Jenny Izaguirre, uccisa sotto casa, che si aggiunge alle decine di omicidi di militanti del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP), creatosi a radice del golpe.
Il Partito della Rifondazione Comunista rinnova il suo appoggio alla popolazione honduregna ed al FNRP, e oggi saluta la nascita del Partito Libre, suo strumento politico, che ha scelto la resistenza pacifica contro il governo illegittimo.
Avevamo purtroppo ragione a sostenere che la “sostituzione costituzionale” del Presidente Zelaya, era solo il primo dei colpi di Stato riusciti del ventunesimo secolo: pochi giorni fa in Paraguay si è ripetuto lo stesso copione con un “colpo di Stato parlamentare” contro il Presidente Lugo, mentre in Bolivia non si è ancora spenta la cenere dell’ultimo dei numerosi tentativi di destabilizzare il governo di Evo Morales.
E’ sotto gli occhi di tutti la contro-offensiva degli Stati Uniti, delle multinazionali, dei latifondisti, che con l’appoggio decisivo dei mezzi di comunicazione di massa e della destra latino-americana ed europea, cercano disperatamente di difendere i loro privilegi. Dopo i golpe falliti in Ecuador nel 2010 ed in Bolivia, quello del Paraguay è il secondo colpo di Stato riuscito dell’amministrazione Obama.
Il partito della Rifondazione Comunista chiama alla vigilanza democratica ed alla mobilitazione in appoggio ai popoli del continente latino-americano che lottano per una seconda e definitiva indipendenza.
Roma 28-6-2012