di Alfonso Gianni
Nel documento comune Pd Psi Sel che sta per essere presentato a Roma tra pochi minuti, non viene mai citato Monti e il suo governo. Un evidente compromesso tra chi vuole proseguire l'agenda Monti e chi no. Ma in questo modo si ha un'immagine surreale dell'Italia, come se il governo Monti fosse stata una parentesi trascurabile che non ha prodotto guasti. Quindi si glissa sull'articolo.18, persino sull'art.8, oggetto di referendum, non si parla di fiscal compact.
Anzi si ribadisce la volonta' di "assicurare la lealta' istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro paese, fino alla verifica operativa e all'eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi (mancherebbe altro che restassimo fedeli a trattati già modificati!)" quindi si aggiunge la necessita di "appoggiare l'esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale ... per difendere la moneta unica".
Anzi ci si dichiara disposti in Europa ( ma le conseguenze non tarderebbero a farsi sentire da noi) "a promuovere un accordo di legislatura con le forze del centro liberale". Tutto questo lo dovrebbero fare " i democratici e i progressisti" perche' la parola centro-sinistra nel documento non compare mai, e pour cause. In piu' il "fulcro" della "nuova natura del conflitto sociale" non sarebbe "solo l'antagonismo classico fra impresa e operai, ma il mondo complesso dei produttori (?!?). Dei matrimoni gay non si trova traccia. Mi pare una strada tutta in salita, per usare un eufemismo.