di red.

Ieri sabato 3 novembre si è tenuta la riunione del Consiglio della Federazione della Sinistra, per discutere della situazione politica alla luce del recente risultato elettorale siciliano e nel contesto delle recenti polemiche che hanno coinvolto alcune delle forze che si oppongono al governo Monti. Ma soprattutto la riunione ha messo a stringente confronto le diversificate opzioni di linea politica emerse nell’ambito della stessa Federazione e già comparse sugli organi di stampa, concernenti l’atteggiamento da tenersi nei confronti del centro-sinistra, in particolare del Partito Democratico, e le scelte di schieramento da attuarsi in vista delle imminenti elezioni politiche.

La discussione, che si è sviluppata in un clima di rispetto reciproco e nella comune consapevolezza dell’importanza e della problematicità dei temi trattati, ha negli interventi confermato i diversi orientamenti.
I compagni di Lavoro e Solidarietà e di Socialismo 2000 avevano già depositato la loro posizione, favorevole alla ricerca di un accordo col Pd, nell’O.d.G. presentato nel corso della precedente riunione pre-estiva del Consiglio; mentre il Prc ha consegnato ieri alla presidenza della riunione un suo documento approvato all’unanimità dalla segreteria, centrato sull’impegno per la costituzione di un polo e la promozione di una lista elettorale della sinistra di alternativa.
In ogni caso, sulla base di un accordo tra tutti i componenti la Federazione, la discussione non si è tradotta in un voto (che avrebbe sanzionato la divaricazione nei giudizi e nei concreti comportamenti), pur lasciando alle singole forze politiche la facoltà – peraltro riconosciuta dallo stesso loro statuto di forze politiche autonome, ancorché federate – di muovere liberamente propri singoli passi. Ciò anche in considerazione dell’estrema mobilità e incertezza del quadro politico, che vede ad oggi tutt’altro che fissate una serie di variabili decisive, a cominciare dal tipo di legge elettorale con cui si andrà al voto.

Anche ieri si è avuta conferma del fatto che le differenze non concernono tanto il piano dell’analisi del contesto politico generale. Da parte di tutti gli interventi è stato ribadito un giudizio altamente negativo nei confronti del governo Monti e delle politiche di austerità: un giudizio che si è spinto a definire l’attuale condizione sociale e politica perfino più grave di quella determinata dai governi delle destre, in quanto Monti è riuscito a varare senza un apprezzabile contrasto misure “lacrime e sangue” che Berlusconi non sarebbe mai riuscito a portare a compimento. Le opinioni iniziano a divergere quando si entra nel ragionamento sul che fare, sulla definizione del prevalente obiettivo politico da perseguire nel breve periodo, da qui alla scadenza elettorale.
Il Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà hanno dichiarato non esservi alternativa alla ricerca da subito di un’interlocuzione col centro-sinistra, data la drammaticità della condizione sociale e i crescenti pericoli per la tenuta degli assetti democratici nonchè per incidere sul conflitto interno allo stesso Pd.
In questo quadro essi si sono dichiarati favorevoli a partecipare alle primarie del centro-sinistra per contrastare candidature e orientamenti ultra-moderati. Le compagne e i compagni di Rifondazione, viceversa, hanno espresso un sostanziale dissenso su tali tesi, esprimendo una valutazione assai meno ottimistica circa la possibilità di modificare le opzioni prevalenti all’interno del Partito Democratico (appoggio assicurato al governo Monti, vincoli imposti dalla Carta d’intenti che presiede alla partecipazione alle primarie, a cominciare dall’impegno a rispettare gli accordi-capestro stretti in sede europea e a decidere su eventuali futuri disaccordi all’interno della futura compagine di governo attraverso un voto vincolante a maggioranza qualificata).
E’ stata invece confermata la proposta di operare per la composizione di un polo della sinistra di alternativa, seguendo con attenzione la proposta elettorale del sindaco di Napoli De Magistris, monitorando gli sviluppi della serrata dialettica apertasi all’interno dell’Italia dei Valori, persistendo nell’appello a Sinistra Ecologia e Libertà perché desista da una linea politica che la esporrà, devastandola, al ricatto di un sempre più probabile connubio tra “progressisti e moderati”, così come all’indomani delle elezioni siciliane è stato auspicato da Casini e Bersani.

Il Consiglio della FdS ha inoltre assicurato la prosecuzione delle iniziative politiche intraprese, a cominciare dalla raccolta di firme per i referendum sociali.

 

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