di Federica Pitoni
«Fermiamo il massacro a Gaza. Basta con il terrorismo israeliano». Con questo striscione, portato da alcune donne palestinesi, sabato 17 novembre hanno sfilato a Roma un migliaio di persone, palestinesi e italiani. Gridando «Palestina Libera. Free Free Palestine», hanno attraversato le vie storiche di Roma, da piazza Montecitorio a via del Corso, piazza Venezia, per poi arrivare al Colosseo. Una giornata particolare di impegno e di lotta dove la Comunità palestinese, l’associazionismo, esponenti della Federazione della Sinistra, singole persone che hanno risposto al tam tam della rete – tutto è stato deciso e organizzato in ventiquattr’ore…
- si sono ritrovati in un sit in sotto il Parlamento per dire basta al massacro del popolo palestinese e per chiedere al governo italiano di appoggiare la richiesta della Palestina come stato non membro che Abu Mazen porterà all’Onu il 29 di questo mese.
Un sit in molto partecipato, dopo quello di venerdì dove si erano ritrovati un centinaio di persone. Un sit in animato da interventi palestinesi e italiani (tra gli altri, Vincenzo Vita, presidente dell’Associazione Nazionale Italia-Palestina, e la voce, ancora forte e piena di passione per la sua terra, di Monsignor Hilarion Capucci, ex Arcivescovo di Gerusalemme).
Il popolo di Roma ha risposto quindi numeroso ed è stato bello vedere il corteo ingrossarsi strada facendo. «Non ti sento. Sono a una manifestazione per la Palestina, per Gaza. Li ho visti passare e mi sono unita a loro. E’ bellissimo. E sono felice di essere qui! », dice una ragazza al suo interlocutore al cellulare. Ci vedono passare e vengono con noi, magari solo per un pezzo di strada. Ci fotografano. Ci sorridono. Qualcuno urla con noi: «Free Free Palestine». Roma città aperta che rifiuta la guerra. Ancora una volta questa città ha dimostrato di avere anticorpi sani.
Avevamo bisogno di questa giornata. Ne avevamo bisogno come abbiamo bisogno della solidarietà e delle prese di posizione – chiare, nette – di tutti contro quello che si sta preannunciando come l’ennesimo massacro del popolo palestinese. Sangue di donne e bambini – quanti bambini! – sangue di civili inermi, che bagna ancora la terra palestinese. Avevamo bisogno di sentire questa solidarietà intorno a noi, anche se abbiano dovuto amaramente constatare l’assenza delle forze politiche che siedono nel Parlamento italiano, così come era assente la stampa, troppo occupata evidentemente a descrivere un massacro come ritorsione di non si sa bene quali attentati, troppo occupata a scrivere il solito teorema che vede il palestinese come terrorista e lo stato di Israele minacciato e costretto alla difesa.
Qualcuno forse dovrebbe provare a chiedersi perché a Gaza oggi piovono bombe, perché proprio oggi si vuole colpire il popolo palestinese. Forse perché i palestinesi portando all’Onu la richiesta di stato non membro fanno paura? Noi pensiamo di sì.
Aspettiamo con ansia il 29 novembre, una giornata che potrebbe restare nella storia della Palestina. Un passo importante.
Da parte nostra, oggi, però un grazie di cuore alla città di Roma, che ci ha stupito e ci ha dato una grande carica e una grande speranza. Non lo dimenticheremo.
Federica Pitoni
Mezzaluna Rossa Palestinese Italia