di Antonio Ingroia

Caro Direttore, ho letto l'intervento di Attilio Bolzoni sul suo giornale e le chiedo di ospitare alcune osservazioni. La battaglia antimafia è la battaglia di tutti perché è una battaglia per la difesa dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, di cui le mafie fanno strame. Dove le mafie sono radicate - e questo è avvenuto in una parte grande del nostro paese - il diritto alla libertà di espressione è leso, ce lo ricordano i giornalisti intimiditi ed uccisi, il diritto alla libertà di voto è vilipeso, perché decide il boss chi votare, il diritto al lavoro è piegato ai favori del boss, il diritto a fare impresa si applica alle imprese del boss e le altre pagano il pizzo, il diritto alla salute è affidato a nominati dal boss

per garantire appalti e convenzioni, il diritto a vivere in un ambiente sano è minacciato dalle discariche abusive del boss, il diritto a vivere in un ambiente sicuro è sottomesso alla giustizia esercitata dal boss.

Le mafie, grazie anche agli enormi proventi economici derivanti dai loro affari sporchi, negli anni hanno consolidato i loro rapporti con settori della classe dirigente del nostro paese, pubblica e privata, politica ed economica, in una sorta di Santa Alleanza, per impedire che il nostro Paese procedesse nel cammino del progresso e del rafforzamento delle istituzioni democratiche. La battaglia antimafia ha bisogno dell'unità di tutti e questa è una grande occasione.

Cosa nostra, la 'ndrangheta, la camorra, possono essere sconfitte, non solo contenute, ma sconfitte, anche dalla convergenza dell'area progressista. Dispiace che da una grande forza come il Pd siano invece giunte risposte di freddezza e di ostilità nei confronti di questa mia nuova proposta politica, impegnata su settori così sensibili, a cominciare dalla mafia, passando per la lotta ambientalista e la difesa dei diritti civili e del lavoro. Non siamo stati noi a volere divisioni. Abbiamo sempre cercato, e continueremo sempre a cercare, fino all'ultimo, il dialogo e il confronto nel rispetto delle posizioni reciproche ma con la forza delle nostre convinzioni, della nostra storia. La magistratura e le forze dell'ordine dovranno sentire rinnovato e ancora più forte il sostegno nel loro operato, che ha consentito gli straordinari successi che conosciamo.

da la Repubblica.it

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