Contributo introduttivo a cura R.Lembo ( Cicma)

La campagna è partita con un Manifesto-Appello di denuncia sui rischi sottostanti la proposta  di costruzione di una grande Multiutility del Nord- appello che attraverso iniziative territoriali a livello Milanese ed in altre città ed il successivo lancio attraverso il sito del Forum ha visto l’adesione di diverse miglia ai di persone ed il coinvolgimento di diverse personalità.

Gli obiettivi alla base della Campagna possono essere cosi riassunti :

-      denunciare il rischio di annullamento delle conquiste referendarie  rispetto al rilancio della autonomia dei Comuni e delle modalità di gestione diretta sotto il controllo dei cittadini di importanti servizi pubblici locali come l'acqua, i rifiuti, del TPL, l'energia

-      evidenziare la natura finanziaria, lobbistica e verticistica di istituzioni, managers e correnti di partiti, sottostante il progetto di creazione di un Multiulity  percorso avviato espropriando dal dibattito  i consigli comunali delle città ( Milano e Torno) .

-      far conoscere  i rischi del progetto (finanziarizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali che interessano i cittadini) e richiamare l’attenzione sui limiti del progetto : le economie di scala derivanti dalle fusione non compensano i  forti livelli di indebitamento delle aziende oggetto del processo di fusione

-      sollecitare nelle città il coinvolgimento dei cittadini attraverso momenti di confronto pubblico finalizzati a stimolare il pronunciamento da parte dei consigli comunali, delle forze politiche, dei sindacati  e  recuperare la mobilitazione dei gruppi e di quanti hanno sostenuto il referendum sull’acqua

-      coinvolgere e mobilitazione contro il progetto altri comitati sensibili ed impegnati  a difesa dei  beni comuni  come i  Comitati  energia, rifiuti, trasporti  etc…


Rispetto a questi obiettivi le attività messe in atto sono state

-      coinvolgimento dei comitato territoriali delle Città e Regioni in cui operano le  società interessate dal progetto di costituzione della Multiulity (A2A : Milano e Lombardia –  Iren : Torino e Piemonte, Genova e Liguria;  Hera : Bologna,Reggio - Emilia Romagna;

-      realizzazione di iniziative territoriali e nazionali finalizzate, attraverso la presentazione dell’appello sul sito del Forum e a stimolare il pronunciamento da parte dei Partiti, dei Consigli comunali ed a far conoscere ai cittadini le caratteristiche di questo progetto.


Per quanto attiene Milano- Lombardia sono state realizzate alcuni appuntamenti

  • Lancio dell’appello e raccolta di adesioni di personalità
  • 31 marzo -  Presentazione appello  nell’ambito Fai la Cosa Giusta
  • 5 Giugno -  Seminario pubblico di approfondimento presso sala Comunale con oltre 400  partecipanti
  • azioni di sensibilizzazione sui singoli consiglieri del Comune  per la sottoscrizione dell’appello e richiesta di discussione in sede di consiglio comunale
  • tenda di sensibilizzazione su energia, acqua, beni comuni con il Comitato Energia Felice nelle piazze di Milano

Anche nelle altre Regioni sono state svolte analoghe  iniziative territoriali, ne  segnaliamo  alcune ma i rappresentanti dei vari comitati potranno aggiornare il presente quadro :

  • Torino Piemonte - Ha realizzato una serata di presentazione dell’appello alla cittadinanza e di confronto -  E’ stato predisposto una bozza di odg da sottoporre al consiglio comunale
  • Genova – Liguria  - La giunta uscente aveva approvato un odg di impegno a contrastare la fusione ma la nuova Giunta non ha adottato nuovi pronunciamenti; odg approvati da alcuni  Comuni
  • Reggio Emilia   - Dibattito pubblico di presentazione dell’appello
  • Veneto : iniziative a Padova ed  in altre città

Rispetto all’evoluzione della nostra  Campagna : NO alla Multiulity del Nord

ci sembra opportuno fare  insieme un aggiornamento ed  avviare un confronto  su tre  assi

  1. lo status del progetto politico di costruzione della Multiulity
  2. l’evoluzione dello scenario legislativo rispetto ai servizi pubblici locali e quindi gli obblighi per i Comuni e le modalità di gestione che toccano anche i servizi gestiti dalle Multiulity
  3. le possibili azioni da mettere in campo per salvaguardare i servizi idrici  e quindi l’evoluzione della campagna No alle Multiulity del Nord



1. Lo status del progetto Multiulity

La super-utility del Nord nasce  con l’obiettivo di creare una super-azienda relativa alla gestione dell’elettricità e del gas, attraverso la fusione delle società Multiulity di proprietà dei Comuni  che gestiscono l’energia, gas, rifiuti  del Nord dell’Italia.


l progetto partito con la proposta di fusione sull’asse Milano- Torino fra  A2A+ IREN finalizzato alla gestione di energia + rifiuti e  punta per  tappe successive alla costituzione di un modello di  Rwe italiana a partire dall’asse Piemonte+Lombardia e  la successiva aggregazione di Hera (Bologna, Ravenna,Modena ed altri 40 della Romagna) ed Acegas-Aps (Padova e Trieste).

Rispetto alla  inclusione di AceA in questo processo di aggregazione esistono diverse ipotesi. Quella attualmente prevalente, che trova conferma in un dossier elaborato da McKinsey, non prevede l’ingresso in scena di ACEA ma un processo di dismissioni di quote ai privati percorso già messo in atto da parte del Comune di Roma che intende dismettere il 21% a  favore di privati.


L’impressione è che il progetto, lanciato dai sindaci di Milano e Torino, pensato dall’ex Presidente A2A Zuccoli ed oggi sostenuto dal Ministro Passera, dopo essere stato oggetto di discussione in alcuni convegni ed  aver occupato le pagine di importanti quotidiani nazionali sia attraversando un fase di empasse o di stallo.


Le caratteristiche del progetto.

Il disegno politico sul piano aziendalistico è finalizzato a costruire una  super-azienda,  in grado contrapporsi ad alcuni colossi di oltre-alpe,  attraverso l’espropriazione dei Comuni dalle società Municipalizzate e quindi la scomparsa del cosiddetto  “capitalismo municipale”.

Attraverso la cessione delle quote delle società e quindi l’incasso di risorse  si  punta ad  ottenere   una uscita morbida dei Comuni (azionisti) dalla società quotate in borsa e nel contempo si riesce  a capitalizzare le Aziende e la Superutility attraverso l’ingresso della Cassa depositi e prestiti ed in subordine di Fondi di investimenti ,come F2I e dei  Fondi  pensionistici o Fondi rischi assicurativi  di banche.

A fronte di questo percorsi, le cui trattative si svolgono speso dietro le quinte,  è possibile rilevare le seguenti tendenze :

1.    Il processo di fusione dell’asse IREN+A2A, sembra essersi arenato in questi ultimi mesi e non risultano prese decisioni politiche nelle giunte dei comuni di Milano, Torino o di altre importanti città.

Le cause risiedono forse anche  nelle difficoltà incontrate dai  Comuni di Milano e Torino  per

l’approvazione  e la quadratura dei rispettivi Bilanci  comunali ma anche dalle pubblicazioni dei Bilanci delle aziende. Le società interessate hanno evidenziato perdite, già denunciate dai Movimenti , che evidenziano i limiti del progetto.  I dati dei bilanci 2011 sono una catastrofe. In Borsa, rispetto al valore d’ingresso, A2A perde il 34%, IREN il 42% ,ACEA il 34%, HERA il 29%. Le perdite costringono ad elargire ai Comuni miseri dividendi erodendo le riserve.

Con la fusione di A2A e IREN, nascerebbe quindi una "bad-newco" con debiti per 8 miliardi (cui sommare l'aumento di capitale Edipower con un indebitamento bancario di 1,2 miliardi) ed un Ebitda di circa 1,5 miliardi.  Il rapporto debiti/Ebitda della "bad-newco" sarebbe superiore a 5 quando, da manuali, dovrebbe oscillare attorno a 2,5.


  1. La seconda fase finalizzata a promuovere il processo di fusione sull’asse Bologna- Padova fra

HERA e  Acegas/Aps, sulla gestione rifiuti + acqua,  sembra aver subito una accelerazione

I vertici delle due società hanno infatti firmato nel mese di Luglio una lettera di intenti che prevede l’avvio di trattative per arrivare alla fusione da finalizzare entro 90 giorni e che può contare sul sostegno dei Comuni. È un progetto industriale che ritengo particolarmente importante e significativo e che potrà dare dinamicità al settore», ha detto al Sole 24 Ore Daniele Manca, sindaco di Imola e presidente del patto dei sindaci di Hera, che controlla circa il 59% della multiutility emiliana nata nel 2002 dalla fusione di 12 multiutility.

Oggi Hera opera in Emilia-Romagna (nei territori di di Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Forlì)  ma sta puntando ad acquisire servizi a Piacenza ed in altre città dl Nord.


Rispetto alle  tappe di questo processo  l’orientamento delle strategie  prevalente sembrerebbe :

  • a livello di A2A (Lombardia) di sdoppiare i rami di attività dando vita, a livello di Lombardia, ad  un polo industriale autonomo denominato ambiente e territorio, che include il servizio idrico ed uno specifico per l’energia ( elettricità e gas)
  • a livello di Iren (Piemonte) costruire un rafforzamento della gestione del servizio idrico a livello di acquisizione delle gestioni in Liguria, a partire dalla acquisizione  città di  Genova
  • a livello di Hera (Emilia) si punta ad acquisire aggregazioni di  nuovi servizi  sul fronte Veneto con incorporazione Multiulity Padova e Trieste, lasciando da parte  l’asse verso   AceA.


Questa breve ricognizione potrà essere completata dai contributi che i vari Comitati sono stati inviati a presentare  alla luce anche delle posizioni che gli Enti locali hanno assunto rispetto all’operazione Multiulity.


A partire da questa ricognizione sarà certamente possibile avviare la riflessione sul “cosa fare” sui territori per rilanciare la Campagna nazionale tenendo però presente  alcune considerazioni sul  nuovo contesto degli adempimenti e delle scadenze  con cui  i Comuni e gli Enti locali devono confrontarsi  nei prossimi mesi e soprattutto sulla tempistica per poter rivendicare una  autonomia nella  gestione diretta di alcuni Servizi pubblici locali o  accettare il conferimento al mercato tramite gara.



2. Scenario legislativo : evoluzione e scadenze


Il secondo semestre del 2012 si  caratterizza  infatti per alcune  scadenze.

Ci permettiamo riassumere alcune scadenze ed scenari che è opportuno i Comitati territoriali tengano in considerazione in funzione delle azioni da mettere in atto.


Il primo scenario concerne  le  scadenze introdotte dalla Legge 148/2011, (conversione del decreto n.138 del 13 agosto 2011) come modificata e integrata dal Dl 1/2012 convertito in legge  nel marzo 2012 (decreto liberalizzazioni) relativamente ai servizi pubblici locali di rilevanza economica.

E’ opportuno rilevare che i servizi pubblici locali interessati dai provvedimenti previsti dall’art. 4 sono i rifiuti ed trasporti locali,mentre resta escluso il servizio idrico ma anche energia, gas naturale, farmacie.


Partiamo dall’art. 4 ( versione aggiornata )

  • entro il 31 maggio i Comuni potevano chiedere alle Regioni di definire ambiti sub-provinciali, più piccoli rispetto alla Provincia,ma la richiesta deve essere supportata da un progetto associativo.
  • entro il 30 giugno ai sensi art. 3 bis , le Regioni dovevano deliberare, per i servizi pubblici a rete la riorganizzazione degli ambiti. Con il decreto mille proroghe questo termine la soppressione degli ATO è stata spostata al 31.12 2012 (con decreto Mille proroghe) . Se inadempienti  dopo Dicembre 2012  il Consiglio dei ministri provvede tramite Prefetti a fare la ricognizione e poi il Commissariamento dei Comuni ed ATO
  • · entro il 13 agosto, ( un anno entrata in vigore legge) gli enti locali dovranno approvare la loro «delibera quadro sui servizi» come previsto dal regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 33-ter, del Dl 138/2011, che ancora non è stato pubblicato, per attribuzione diritti esclusiva su gestione SPL e quindi chiedere parere vincolante alla Autorità per la concorrenza

  • entro il 24 gennaio 2013 (un anno dal decreto) gli enti affidanti inviano all'autorità garante per la concorrenza  una istruttoria da loro svolta, dopo aver definito gli obblighi di servizio pubblico e universale, sulla possibilità che il servizio venga svolto in regime di  libera concorrenza, e nel caso sussistano motivazioni contrarie, uno schema di delibera  quadro  per affidare il servizio in esclusiva, mediante gara europea ad evidenza pubblica eventualmente multiservizi.
  • L'autorità garante esprimerà un parere entro sessanta giorni; entro ulteriori 30 giorni la delibera verrà adottata.
  • · Al 31 dicembre 2012 cessano gli affidamenti in house non coerenti con i parametri comunitari e comunque superiori a 200mila euro di valore annuo del servizio, per i servizi pubblici locali gestiti dalle Multiulity controllate dai Comuni. Tutte le gestioni anche del servizio idrico a scadenza al 31.12.2010 sono cessate senza deliberazione; le altre proseguono fino alla scadenza naturale .

Le amministrazioni che, aggregando gli attuali gestori di uno stesso servizio, (es rifiuti)  vogliano dar vita a una società affidataria in house del servizio per tutto l'ambito territoriale, per un valore anche superiore al limite dei 200.000 euro con deroga  per un periodo massimo di tre anni (quindi sino al 31.12.2015) devono farlo entro il 31.12.2012 . In tale caso la società  affidataria  diventerà anche Autorità d'ambito a tutti gli effetti e l'affidamento dei servizi di raccolta e di smaltimento o comunque afferenti al ciclo integrato dei rifiuti  anche in deroga all'articolo 4» del dl 138/2011.


Per le società miste in cui il socio privato sia stato scelto con gara ma non a doppio oggetto, la scadenza delle gestioni è posticipata al 31.03.2013, mentre rimangono invariati i termini entro cui le quotate devono cedere le azioni in mano pubblica tra la metà del 2013 e la fine del 2015. Queste scadenze valgono in modo particolare per i rifiuti oltre che per gli altri servizi pubblici locali.


Ricordiamo che tra i servizi pollici locali per cui subentra dismissione della gestione diretta  da parte dei Comuni vi sono i  “rifiuti” che  costituiscono  un servizio spesso associato a quello “idrico” in diverse Multiulity del Nord (città del Veneto e del Friuli) . Inoltre i rifiuti costituiscono un asse  industriale rilevante in   HERA ( Emilia Romagna)  ma anche in  A2A  (Lombardia).


Il secondo scenario è il quadro  legislativo regionale

Quali sono gli Enti locali e  le Regioni che  hanno ottemperato all’obbligo della riorganizzazione degli ATO  per rifiuti e servizio idrico entro il 30 giugno 2012 ?

In funzione dell’obbligo della riorganizzazione degli ATO, dei rifiuti e acqua, è opportuno verificare quali Regioni  hanno già adeguato le legislazioni; attualmente le Regioni che hanno adottato provvedimenti sono : la Toscana e Emilia Romagna (ATO unico regionale affidato a Comuni e province), il  Piemonte ( per rifiuti  accorpamento su  4 su base provinciale, nessuna modifica per SII),  la Lombardia che ha mantenuto dimensione provinciale e conferito a Provincia e Comuni gestione rifiuti ed acqua;  la Regione Veneto che è  la sola ad aver  sostituito la dimensione amministrativa con quella del Bacino.  La Regione Puglia che ha presentato una proposta di legge di riordino dei rifiuti e si appresta a farlo anche per i trasporti.

La maggior parte di queste riorganizzazione hanno adottato il principio di conferire alle Province ed ai Comuni il ruolo di governance  tramite la costituzione di uffici d’Ambito.


E’ opportuno  ricordare che gli assetti organizzativi di governance dei servizi pubblici locali che saranno adottati dalle Regioni entro il 31 Dicembre 2012, rischiano di  essere sconvolti nel corso del 203 dai provvedimenti introdotti dal decreto sulla Spending review -in corso di approvazione- che  introduce accorpamento delle Province e   delle Aree metropolitane, provvedimenti che colpiscono in modo particolare Lombardia, Piemonte e quindi  avranno ripercussione sui modelli di governance dei servizi pubblici locali, in particolare rifiuti e SII.





Il terzo scenario è riferito Art 5 della legge 148/2011

Questo provvedimento introduce gli  incentivi per gli  Enti territoriali che dismettono le proprie partecipazioni in tali società che gestiscono servizi pubblici locali di rilevanza economica di  entro il 31 dicembre  2012 e/o entro il 31 dicembre 2013. Le queste di accesso ad Fondo Infrastrutture  saranno pari al valore di dismissione e  non rientreranno nel patto di stabilità.

Fortunatamente questo provvedimento non include il servizio idrico, ma interessa invece le società controllate dai Comuni che gestiscono i  rifiuti

Alcuni comuni nell’ambito delle scelte che devono adottare per i SPL  attualmente gestiti direttamente possono essere interessati  in presenza di deficit di bilancio, a far  dismettere alcune gestioni dirette per accedere ai benefici previsti.


Il quarto scenario è i  nuovo metodo tariffario per Il servizio idrico.

Con il decreto  "Salva-Italia" sono state trasferite all'Autorità per l’energia le funzioni regolatorie che erano state assegnate all’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua,(Coviri) da esercitare con gli stessi  poteri attribuiti all'Autorità stessa dalla sua legge istitutiva, la n. 481 del 1995

Il servizio idrico che è rimasto escluso dalla reintroduzione dei  vincoli previsti dall’art. 23 in merito ai servizi pubblici locali, annullati dal referendum e reintrodotti dall’art 4 della legge 148  “Salva Italia” e quindi è confermato che è stato escluso dai vincoli previsti dall’art. 4, fatto salvo per l’incompatibilità di cui ai commi 19 a 27.


A differenza degli altri servizi il servizio idrico,come gas, energia elettrica, trasporto ferroviario che hanno delle normative specifiche,  il Servizio Idrico è attualmente il solo privo di una normativa di riferimento di regolamentazione del settore.

Il rispetto del referendum e quindi l’esclusione dall’art 4  è da un lato un vantaggio, dall’altro relega  il servizio idrico sempre di più in un “limbo” e quindi in un quadro di indeterminatezza  giuridica

  • sia rispetto alla sua natura (servizio di rilevanza economica, servizio di interesse generale?)
  • sia sotto la dimensione di regolamentazione della “governance” e della “gestione” perchè espropria i Comuni dall’esercizio diretto di entrambi queste funzioni mentre la regolamentazione della tariffa, passa dagli ATO alla Autorità che  può  introdurre modalità analoghe agli altri servizi a rete(gas, elettricità, rifiuti). Questi  vincoli sono  funzionale a favorire  i processo di  aziendalizzazione , di gestione amministrativa  verso un gestore unico per ambito e quindi  il progetto politico di concentrare tutti i servizi amministrativi su una sola  Multiulity dove l’acqua  possa quindi essere abbinata  alla gestione di tutti i servizi pubblici locali che vedono come utente il singolo cittadino o nucleo familiare.


Il conferimento della competenza alla Autorità per l’energia della definizione delle nuove norme di regolamentazione del servizio e di determinazione della tariffa  di fatto equiparerà il SII sia sul piano della “regolazione” che della “tariffa” agli altri servizi di rilevanza economica a rete, cioè al gas ed elettricità, processo che di fatto è funzionale alle economie di scala per il conferimento della gestione di questi servizi pubblici a rete ad una unica società, cioè alle Multiulity in funzione  della possibilità di avanzare ai Comuni  delle  offerte più vantaggiose di gestione dei servizi.


Infine una considerazione  sugli spazi di autonomia degli Enti Locali.

Il successo della  Campagna di mobilitazione contro le Multiulity non può prescindere dalla volontà politica e finanziaria dei Comuni di agire e di lottare per la difesa della loro autonomia.

L’impressione acquisite su diversi territori è quella  che gli enti locali , in funzione dei tagli subiti e delle difficoltà a garantire i servizi essenziali, non sono più in grado o non sono disponibili a  difendere e rivendicare  politiche di gestione diretta dei servizi pubblici locali.

In molte situazioni appare evidente che le scelte in tema di modalità di gestione dei servizi pubblici locali vengono sempre di più elaborate ed imposte ai Comuni dalle Aziende di gestione o che gli amministratori subiscono i dictat dei partiti politici che compongono le maggioranze. Anche in alcuni forze di sinistra si regista una  scarsa  disponibilità a contrastare le Multiulity.


A differenza di quanto è avvenuto dopo il referendum, in questi mesi non si assistito a prese di posizione da parte dell’ANCI o di singoli Comuni di contrasto all’art. 4 o di rivendicazione della autonomia degli enti locali rispetto alla gestione dei Servizi pubblici locali o di contrasto alla politica di dismissione delle aziende municipalizzate.  La denuncia  dei Comuni si è concentrata  solo sui tagli finanziari ai  loro bilanci  … !!

In Lombardia si  registra un appiattimento delle forze politiche rispetto al progetto Multiulity.

Nella Provincia di Milano si punta a creare una unica società del  Servizio idrico su base superambito, con  proposta di accorpamento degli ATO di Monza, Lodi e dei relativi Uffici d’ambito esistenti. Comune e Provincia puntano alle dismissioni di pacchetti azionari di società di servizi finora controllate ( Sea, autostrade etc)per far cassa.  Tendenze verso processi di fusioni volti a costituire Società Holding per tenere unificate la gestione dei rifiuti o del SII, od ei SPL  sono  ipotesi presenti o messi in cantiere  in diverse  regioni.


Il dibattito e la identificazione delle modalità con cui rilanciare la Campagna contro le Multiutility   non possono prescindere da queste riflessioni  e dalle conseguenze  rispetto a questi nuovi scenari che cambiamo le modalità  gestionali e di governance dei servizi pubblici locali e sottostanti il processo delle Multiulity.


Rispetto all’avvio dei percorsi di ripubblicizzazione sia in quelle città dove il SII (acqua) è già

escluso dall’attività delle Multiulity (Milano,Torino, Verona, Venezia etc)  o in quelle città o ATO

dove  i contratti di concessione a società Multiulity vanno a scadenza  è opportunità  che i Comitati

si impegnino a verificare  l’opzione del modello di affidamento cui  impostare la campagna.


Al riguardo è opportuno tener presente :

1. Che in assenza di una legge-quadro nazionale che disciplini il servizio idrico  assumono rilievo le leggi quadro regionali che spesso equiparano e disciplinano il SII agli altri SPL di rilevanza economica . La maggioranza delle leggi regionali sui SPL (servizi pubblici locali)  classificano il SII fra quelli di rilevanza economica accanto agli altri servizi pubblici locali (rifiuti, energia, etc) e la legge regionale della Regione Puglia,che ha puntato a definire un modello regionale è stata dichiarata anticostituzionale. Le leggi regionali di riorganizzazione degli ATO hanno mantenuto  classificazione e ridotto autonomia Comuni conferendo competenze per acqua e rifiuti  sulle  Province  e Regioni. Le azioni di rivendicazioni dei Comuni possono avvenire solo nell’ambito dei percorsi ed obblighi previsti dalle leggi regionali e dall’art. 4 delle 148


2. Permane una indeterminatezza  giurisprudenziale rispetto alla natura del SII :  se è un servizio di rilevanza economica come gli altri servizi pubblici locali e come tale rientra  tra le competenze esclusive del legislatore nazionale, in quanto oggetto di concorrenza e di adempimenti ambientali nel rispetto dei principi e vincoli comunitario di competenza dello Stato o  se ,in funzione della situazione di  “indeterminatezza”  post abrogazione art. 23 bis, il SII può considerarsi servizio di interesse generale.


3.  Va però ricordato che attualmente  nell’ambito del quadro legislativo introdotto dall’art. 4 legge 148, agli Enti locali per i SPL di rilevanza economica è riconosciuta solo la  facoltà di verificare la realizzabilità  di  una  gestione  concorrenziale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, ….  limitando, però   …. ,l’attribuzione di tale  diritti di esclusiva alle ipotesi in cui,  in  base ad una analisi di mercato, la libera iniziativa economica privata non risulti idonea a garantire un servizio rispondente ai  bisogni  della comunità. E’ necessario però  acquisire il preventivo parere obbligatorio dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che si pronuncia entro sessanta giorni, sulla base dell'istruttoria svolta dall'ente di governo locale dell'ambito o del bacino o in sua assenza dall'ente locale, in merito all'esistenza di ragioni idonee e sufficienti all'attribuzione di diritti di esclusiva.

Questa facoltà che può  essere esercitata entro il 13 agosto di fatto  è la sola  che apre la  possibilità di “gestione diretta”  di un SPL  escludendo dalla concorrenza  e quindi anche tramite Aziende speciali consortili o provinciali ; la scelta deve essere però deliberata a livello di  ATO cioè di organo di governo ed assume rilevanza, come percorso, nel caso di Multiulity che gestiscono rifiuti e acqua in quell’ambito territoriale.  Vanno verificati in questi casi quali situazioni di determinano  in funzione delle scelte fatte dagli enti locali.

Per stimolare il dibattito mi permetto  concludere proponendo alcun spunti per il nostro dibattito :


  1. verificare se la prima fase finalizzata all’obiettivo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui rischi del progetto di una Multiutility del Nord  possa  considerarsi raggiunto o se non sia opportuno ridefinire una nuova strategia di rilancio che  accanto alla denuncia  del progetto politico e dei  protagonisti si proponga con linguaggi appropriati di far  comprendere i rischi di finanziarizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua ma anche di alcuni servizi pubblici finora gestiti ed garantiti  dai Comuni …..


  1. Interrogarsi su come riuscire ad aprire un dibattito politico e di mobilitazione della società civile  tenendo presenti  gli elementi emersi sui territori ; si deve infatti prendere atto che :
  • le forze politiche sia a livello delle principali città coinvolte che a livello nazionale hanno in parte “snobbato” la richiesta di un confronto sul tema.
  • diverse componenti della società civile ed associazioni nazionali, che avevano appoggiato la Campagna referendaria si sono dimostrate refrattarie ed sostenere ed aderire alle iniziative promosse sui territori e difficoltà si sono ottenute anche da parte delle rappresentanze sindacali e delle camere del lavoro


  1. 3. Quali strategie mettere in campo per salvaguardare le gestioni del servizio idrico dalle Multiulity  controllate da Comuni o che gestiscono SPL a livello di ATO ed attraverso quali modalità : Aziende speciali, gestioni dirette  Spa in house ?


E’ opportuno chiedersi rispetto alle scadenze che incombono sui Comuni nei prossimi sei mesi

e relative a scadenze di affidamenti di alcuni  servizi pubblici locali ed in particolare in quelle

realtà che gestiscono acqua e rifiuti attraverso Multiulity, quali attività mettere in atto sui

territori.


Una  prima azione può essere quella di verificare  e monitoraggio sia le situazioni finanziarie

delle Multiulity  che gli orientamenti dei Consigli comunali affidatari soprattutto se non si sono

avvalsi della possibilità di richiedere la possibilità di una gestione diretta o di riconfermare il

modellò di affidamento in house love sussistano i requisiti previsti dalla normativa comunitaria


Una seconda azione possibile può essere finalizzata, in presenza di rischi in cui le intenzioni

sono di mettere a gara i sevizi pubblici locali  gestiti dalla Multiulity  i puntare  a scorporare

l’acqua (ciclo del SII)  adottando lo slogan   “Fuori l’acqua dalle Multiulity “.


Lo scorporo del servizio idrico dall’asse gestionale delle Multiulity potrebbe diventare l’obiettivo

sul quale impegnare nel breve periodo i Comuni ( identificare gli strumenti  migliori)  e le

decisioni a livello di decisioni di governance negli ATO  prima che decadono le loro

competenze soprattutto dove le funzioni non sono state conferite alle Province o Uffici

d’ambito, tenendo presenti gli spazi  residui di  autonomia   di scelta attualmente possibili.



Grazie per l’attenzione e buon lavoro


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