Il Parlamento ha autorizzato in fretta e furia, e a Camere sciolte, i cementifici ad incenerire rifiuti attraverso l'approvazione dello "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale".

 

E' l'ennesimo scempio ambientale ai danni dei cittadini, fatto per favorire la lobby dei cementieri in crisi.

L'11 febbraio è prevista la discussione in Commissione alla Camera: chiediamo che venga bloccata questa decisione scellerata.

 

La sola alternativa alla gestione dei rifiuti, purtroppo come sappiamo settore in cui le mafie e la criminalità organizzata spadroneggiano, è un piano che preveda la raccolta differenziata finalizzata alla riduzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti.

 

No alla trasformazione dei 59 cementifici presenti in Italia in inceneritori di rifiuti.


“Ce lo chiede l’Europa!” Quante volte abbiamo sentito questa nenia? La controriforma delle pensioni, il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione, la precarizzazione del lavoro, l’austerità…Il Governo tripartisan del server della Goldman Sachs Monti ci catechizza ogni giorno dicendoci
che siamo obbligati ad agire perché ce lo chiede l’Europa. Adesso vedremo se ciò vale anche per il dispositivo della Risoluzione del Parlamento Europeo sul tema “Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” [2011/2068(INI)] del maggio 2012, la quale – nella parte relativa alla trasformazione dell’economia – al punto 32, obbliga a tenere conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurli fino a raggiungere livelli prossimi allo zero, nonché a introdurre un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine del decennio (2020) l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili. Questo significa – addirittura – che dovremmo già cominciare– addirittura – che dovremmo già cominciare a pensare alla dismissione dell'attuale S. Zeno, altro che costruirne uno nuovo da 120 milioni di euro, il quale – dopo 3/4 anni - andrebbe chiuso per legge: infatti, dal 1.1.2021 non potremo più bruciare nessun tipo di rifiuto che sia minimamente compostabile e riciclabile...ce lo chiede l'Europa! 

Le Segreterie Provinciale e Comunale di Arezzo di Rifondazione Comunista



Paolo Ferrero e Rosa Rinaldi, segretario nazionale e responsabile nazionale Ambiente del Partito della Rifondazione comunista, in merito al referendum tenuto il  18 novembre 2012 in Val d'Aosta, dichiarano:

«La schiacciante vittoria contro il pirogassificatore (94% dei sì su circa 51 mila cittadini valdostani che si sono recati alle urne) rappresenta una sonora bocciatura delle obsolete e dannose politiche di incenerimento. I cittadini valdostani col loro voto e con lo strumento del referendum hanno impedito l'installazione sul loro territorio di un impianto killer che avrebbe causato gravissimi danni a salute, ambiente, agricoltura e turismo. Il voto indica chiaramente anche l'alternativa da seguire:  riduzione, riutilizzo e riciclo dei rifiuti perseguendo l'obiettivo rifiuti zero, una strategia che, oltre ad essere virtuosa dal punto di vista ambientale, creerebbe molti più posti di lavoro rispetto all'incenerimento».


19 novembre 2012


Di seguito link alla Risoluzione del Parlamento europeo con la quale si chiede alla Commissione di presentare proposte entro il 2014, allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l'incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili.

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A7-2012-0161+0+DOC+XML+V0//IT#title1


Inceneritori, pirogassificatori, torce al plasma, gassificatori sono innumerevoli le tecnologie di smaltimento,tutte ormai superate economicamente ed ecologicamente da chi invece punta ad una vera sostenibilità per il ciclo dei rifiuti. Il nostro modello di sviluppo subisce crisi di approvvigionamento di materie prime ed è una follia energetica pensare di smaltire i materiali invece di riutilizzarli come afferma la legislazione europea.

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