Del Forum dei movimenti per l'acqua
Il 12 e 13 giugno i cittadini italiani hanno dimostrato una straordinaria volontà di partecipazione democratica. Oltre 27 milioni di essi hanno votato, tra loro anche il 25% dei cosiddetti astenzionisti cronici, di quelli cioè che a votare non vanno mai. Di questi 27 milioni, oltre quattro hanno fatto un minimo di campagna elettorale, quantomeno distribuendo un volantino nel proprio condominio. In un paese come l'Italia, che vive un così pesante deficit democratico, questo è stato un fatto inaudito. Il 12 e 13 giugno il popolo italiano si è preso il diritto costituzionale a decidere e ha deciso lo stop ai processi di privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali. Ha deciso che sull'acqua non è più consentito a nessuno di fare profitto.
Dal 21 luglio 2011, ovvero dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica dei risultati referendari, la legislazione dell'Italia è cambiata e chi con le bollette aveva sino ad allora fatto pagare la remunerazione del capitale, non ha più obbligo legale per continuare a farlo.
Nonostante questo nessuna autorità d'ambito e nessun gestore hanno sinora mostrato l'intenzione di adeguarsi alla legislazione vigente dopo l'esito referendario. Gli atteggiamenti degli amministratori che dovrebbero avere la funzione di tutelare gli interessi dei cittadini, sono delatori se non palesemente ostili, accampando a giustificazione della loro "disobbedienza" alla legge motivazioni tanto pretestuose quanto infondate.
È infatti la Corte Costituzionale che già a gennaio del 2011, nella sentenza che ammetteva il quesito referendario, a chiarire senza alcuna possibilità di dubbio come il quadro normativo scaturente dall'eventuale vittoria referendaria non presenti alcun elemento di contraddizione e sia immediatamente applicabile. Di fronte a questo gravissimo vulnus democratico, di fronte a questi comportamenti anticostituzionali oltre che illegali, saranno i cittadini a rimettersi nuovamente in gioco in una grande operazione di democrazia partecipata.
È la campagna di "Obbedienza civile" che partirà all'inizio del 2012. Il Forum dei movimenti per l'acqua ha già provveduto a diffidare formalmente tutte le autorità d'ambito e tutti i gestori d'Italia a uscire dall'illegalità e ad applicare la legge stabilita dai cittadini. Di fronte alla loro inerzia saranno i cittadini a preannunciare alla loro autorità d'ambito e al loro gestione che dalla successiva fattura procederanno autonomamente a rideterminare l'importo legale dovuto, provvedendo all'eliminazione della quota relativa alla remunerazione del capitale. E così effettivamente faranno dalla fattura successiva in poi sino al "ravvedimento operoso" di autorità d'ambito e gestore.
Per facilitare la partecipazione democratica dei cittadini il Forum dei movimenti per l'acqua sta in queste settimane provvedendo a mappare il territorio nazionale in relazione alle niente affatto univoche condizioni che caratterizzano le forme di gestione e di tariffazione del servizio idrico in Italia, in modo di determinare per ogni situazione la quota della tariffa relativa alla remunerazione del capitale e che incide sul totale della bolletta in una quota percentuale tra il 10 e il 25%. Allo stesso modo i Comitati e le associazioni che compongono il Forum organizzeranno, diffusi sui territori, sportelli di informazione e di aiuto ai cittadini che intenderanno partecipare.
«Si scrive acqua e si legge democrazia» è uno slogan felice del movimento per l'acqua e mai come in questa circostanza lo fotografa in modo così fedele: saranno i cittadini, con la loro partecipazione democratica ad imporre dal basso un aspetto - la tariffa - fondamentale nella gestione di un bene indispensabile alla vita come l'acqua.