di Nicola Gesualdo

La vera emancipazione femminile non c'è mai stata, c'è stato forse qualche piccolo passo in avanti che poi si è rivelato un passo nel vuoto. Con la crisi, il ruolo della donna nel mondo lavorativo è messo ancora più in discussione; i dati parlano chiaro: nel secondo trimestre del 2012, secondo l'Istat, il tasso di occupazione tra le under 30 del Mezzogiorno d'Italia è del 16,9%.Un divario ampissimo con il nord che registra il 45,7%. Innanzitutto va tratto un quadro generale della situazione lavorativa nel nostro Paese.
Il Rapporto Istat (maggio) racconta che al Sud hanno perso il lavoro 280mila persone e al nord 228mila.

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Intervista all'economista Vladimiro Giacchè

Qual è il tuo giudizio sulla fase aperta dai due passaggi di Bce e Corte costituzionale tedesca?

L’elemento più importante è sicuramente la decisione della Bce di procedere all’acquisto illimitato dei titoli di Stato dei paesi in difficoltà, come è stato detto, sia pure sterilizzando,diciamo così, le conseguenze per quanto riguarda l’inflazione. Un po’ contraddittorio questo passaggio, ma lo capiremo più avanti. Queta decisione ha alleggerito la situazione di Italia e Spagna. Non è stato raggiunto però l’obiettivo dei duecento punti come detto da Bankitalia. Vedremo in futuro se ci sarà un effetto perché Draghi per il momento si è limitato a fare delle dichiarazioni. Il fondo salva stati era soggetto alla decisione della Corte tedesca.

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di  PierGiorgio Gawronski

Ieri la Federal Reserveha annunciato un nuovo programma di rilancio dell’economia. L’obiettivo è ridurre la disoccupazione, che è all’8% ed è “una grave preoccupazione”. Non solo perché il livello è “abnorme”, ma anche perché “da sei mesi ha smesso di scendere”. Dice  Bernanke: “L’alto livello della disoccupazione dovrebbe preoccupare ogni cittadino americano. Non solo crea enormi sofferenze e difficoltà, ma causa anche un enorme spreco di capacità e talenti”, e una “progressiva distruzione di queste capacità, a danno non solo dei disoccupati e delle loro famiglie, ma anche del benessere di tutta la nazione”.

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di Peter Kammerer

Le categorie dell'economia del libero mercato sono entrate nella nostra lingua, nel nostro modo di pensare e, secondo Erich Fromm, perfino nei nostri sogni e nel nostro subconscio. Liberarsi da questo condizionamento richiede una vera e propria rivoluzione culturale.
Alla «Contro Cernobbio» di Sbilanciamoci Angelo Marano ha chiamato in causa il paradosso fondamentale della nostra epoca: lo sviluppo tecnologico rende possibile, anzi necessario lavorare meno, aumentare il tempo libero. Invece nella realtà rovesciata del capitalismo chi lavora lavora di più, e gli altri rimangono disoccupati o precari, anche loro spesso con orari pesantissimi (di questo ha parlato Andrea Fumagalli).

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di Spreadtime

Il presidente del Consiglio ieri ha ammesso che il Governo ha contribuito ad aggravare la situazione economica. Con queste parole: «Si dice che con le nostre decisioni abbiamo contribuito ad aggravare la congiuntura. Certo, solo uno stolto può pensare che sia possibile incidere in elementi strutturali che pesano da decenni senza provocare nel breve periodo un rallentamento dovuto al calo della domanda. Solo in questo modo si può avere la speranza di avere più in là un risanamento» per una crescita duratura.

Non è una gaffe: è la vulgata neoliberista dell’austerità espansiva. Soffriamo oggi un po’ più del dovuto per conquistarci domani un radioso percorso di crescita.

A pensarci bene, è un po’ uno schema cristiano: penitenza oggi, salvezza domani.

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