di Gennaro Carotenuto

L’unica guerra che varrebbe la pena di essere combattuta è quella contro il segreto bancario. Lo dimostra un rapporto firmato da James S. Henry, della Rete per la Giustizia Fiscale statunitense (TJN), per il quale nei paradisi fiscali si nasconderebbe una somma calcolata tra un minimo di 16.000 e un massimo di 26.000 miliardi di €.

È una cifra, teniamoci su quella minima, che supera il PIL degli Stati Uniti e del Giappone insieme ed è pari a 8 volte il debito estero dell’Italia.

Il rapporto è utile per capire cose come che le classifiche sui paesi indebitati riflettono in realtà classifiche occulte sui paesi maggiori creditori.

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di Samanta Di Persio

Da agosto la spendig review è legge, chi si aspetta finalmente equità, collezionerà l’ennesima delusione. Non vengono tolti privilegi alla Chiesa, i redditi dei ricchissimi non vengono intaccati, ancora una volta non c’è il divieto di cumulo degli incarichi pubblici (per la gioia di Mastrapasqua l’uomo da oltre un milione di euro di incarichi… quando si dice contento come una Pasqua), chi detiene beni pubblici in concessione continuerà a fare il bello e cattivo tempo, spese militari tutte al loro posto.

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di red.

Meno male che i ristoranti erano pieni al punto da dimostrare che una vera crisi non c’era e che comunque gli italiani “non la sentono in modo spasmodico come nelle rappresentazioni dei giornali”. E’ arrivata ieri da Confcommercio l’ennesima smentita alle esternazioni folcloristiche dell’ex premier Silvio Berlusconi, in questo caso alla sua ultima gaffe internazionale, quella del G20 di Cannes di novembre 2011, una settimana prima dellle sue dimissioni.

Ebbene, numeri alla mano oggi scopriamo che proprio in quelle settimane la ristorazione italiana si apprestava a chiudere un bilancio in profondo rosso. Secondo i dati della Confcommercio sulle economie territoriali e il terziario di mercato, infatti, nel 2011 in Italia sono scomparsi quasi 9mila ristoranti.

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di Mauro Del Corno

Ecco che ne arriva un’altra. La grandinata di nuove tasse e addizionali sembra davvero senza fine. Questa volta nel mirino ci sono i contribuenti delle regioni in deficit sanitario che già oggi pagano un obolo aggiuntivo per far quadrare i conti delle loro amministrazioni, ma che dal 2013 potrebbero essere chiamati ad uno sforzo ancora maggiore. Oggi la tassazione Irpef è strutturata in questo modo: 1,23% di aliquota base (alzata dal precedente 0,9% con il decreto “Salva-Italia”) a cui si somma un’aliquota regionale che può arrivare fino allo 0,5 per cento. Nelle regioni che devono ripianare buchi della spesa sanitaria questa aliquota potrà ora salire fino all’1,1% portando il prelievo totale al 2,33% del reddito.

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di Sbilanciamoci

Dopo il “Manifesto degli economisti sgomenti” che in Francia ha venduto 80 mila copie – in Italia tradotto da Sbilanciamoci! come e-book Finanza da legare e stampato da Miminum fax – il gruppo di economisti francesi ha pubblicato L’Europe mal-traité (a cura di Benjamin Coriat, Thomas Coutrot, Dany Lang e Henri Sterdyniak, Les liens qui libèrent, 2012).
Il testo analizza i cambiamenti nelle regole europee e gli effetti del “Fiscal compact” in via di introduzione in questi mesi. Presentiamo qui le conclusioni del volume, che chiede di rifiutare il “Fiscal compact” – che sarà votato nelle prossime settimane dal parlamento francese – e propone alternative.

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