120708paraguaydi Marco Consolo
Nel silenzio assordante della stragrande maggioranza dei media italiani, la contro-offensiva statunitense contro i governi progressisti in America Latina ha fatto un’altra vittima. Lo scorso 22 giugno Fernando Lugo, Presidente del Paraguay dal 2008 ed ex-vescovo cattolico, è stato destituito a velocità supersonica con un “giudizio politico” da parte del Parlamento che gli ha concesso meno di 24 ore per preparare la sua difesa e due ore per presentarla di fronte alle Camere. Un golpe parlamentare, un parla-golpe istituzionale sulla falsa riga di quello dell’Honduras del 2009.
Il vice-presidente Federico Franco, una vera e propria “serpe in seno”, è stato nominato immediatamente dall’opposizione come “nuovo Presidente”. La destituzione di Lugo era pianificata da tempo, secondo le informazioni inviate dall’ambasciata statunitense nel 2009 e pubblicate da wikileaks [1].

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120705spagnadi Daniele Cardetta
I “mineros” delle Asturie non ci stanno e continuano la loro lotta disperata con le istituzioni spagnole, considerate colpevoli di aver tagliato tutto il tagliabile e di non avere a disposizione nessun piano per la prosecuzione dell’attivita’ delle miniere di carbone nella regione. Ormai la lotta dei minatori asturiani continua da un mese e mezzo, e la questione dei minatori è diventata di pubblico respiro, al punto che molti cittadini spagnoli iniziano a simpatizzare per i “mineros“. Questa mattina un picchetto di minatori ha realizzato diversi blocchi stradali,  con barricate di pneumatici incendiati, sulla statale AS 117, in località Porto de Tarna, nei pressi di Langreo (Asturie). Secondo la Guardia Cìvil all’alba altri gruppi di manifestanti avrebbero  bloccato la statale A-66 e un tratto delle linea ferroviaria che collega le Asturie con Madrid, poi sgomberati dall’intervento della polizia. Ma non è finita qui, parallelamente ai blocchi stradali e agli scontri anche duri con la polizia, continua anche la cosiddetta “marcia nera” di protesta dei minatori, partita nei giorni scorsi in due colonne dalle Asturie e da Andorra (Teruel), e che sono confluite il 26 giugno in un unico grande corteo, il cui arrivo è previsto per l’11 luglio a Madrid.

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4bandiere

di Fabio Amato

Il vertice del 28 e 29 Giugno dell’Ue è destinato ad essere ricordato come l’ennesimo in cui la montagna partorì il topolino. Le aspettative dell’adozione di misure efficaci per contrastare la crisi verranno con molta probabilità deluse. Così come verranno delusi coloro che si illudono di una Francia e di un Hollande alfieri della messa in discussione della politica di austerità e rigore dominante in Europa.

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4palestina

di Fabrizio Verde
Nell'assordante silenzio dei media continuano a morire palestinesi innocenti nella Striscia di Gaza, le cui strade da una settimana sono lastricate di sangue. Velivoli e carri armati israeliani continuano a scaricare bombe, anche in pieno giorno, anche in pieno centro, con le strade affollate. Una vera e propria guerra asimmetrica.

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8bolivia

da globalist.it
La scarsa simpatia delle destre americane per Evo Morales, il presidente indio della Bolivia, giustifica l'allarme golpe. La polizia, che nega intenti golpisti, è scesa in sciopero, richiedendo paghe più alte, la retribuzione media di 150/200 dollari mensili non basta più. E non basta neanche la proposta governativa di un aumento del 7%. Ma l'azione contro la centrale dell'intelligence boliviana, dove i poliziotti hanno distrutto tutto, a cominciare dai computer per arrivare all'archivio, sembra dare ragione al governo di sinistra del presidente eletto Evo Morales.

I poliziotti hanno occupato caserme e uffici pubblici a La Paz, capitale del Paese, Cochabamba, seconda città boliviana, come in altri centri strategici. La situazione sembra gravissima e la memoria non può non andare a tempi non certo lontani, quando in Bolivia c'erano i filo-americani, e il presidente sconfitto nelle urne scappò come un Ben Ali latino americano, con casse di documenti e lingotti d'oro stipati nel bagagliaio di un aereo messo a sua disposizione dagli statunitensi.

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