acquabenicomuniDi Ugo Mattei

Manovre sinistre si avvertono sul fronte dell'acqua. In pochi giorni, in piena continuità di stile berlusconiano, facendosi precedere da un ballon d'essai dell' authority per la concorrenza, il Presidente del Consiglio ed il suo sottosegretario si sono presentati in tv per spiegare agli italiani che portare a casa le liberalizzazioni è il senso profondo della fase 2. I due esponenti del pensiero unico neoliberista globale hanno mostrato preoccupazione e rispetto per l'esito referendario di giugno ma hanno anticipato che, purtroppo, qualcosa va fatto anche sul fronte dell'acqua. Nella logica del pensiero unico globale che, invece di dichiarare bancarotta politica ed intellettuale, insiste tetragono come se la crisi fosse stata determinata dall'eccesso di regolamentazione piuttosto che dagli eccessi delle liberalizzazioni, il ragionamento non fa una piega.

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acqua_manifestazione1Di Rosa Rinaldi

L'affermazione del sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, che ha definito il referendum dello scorso giugno un "mezzo imbroglio" nella trasmissione Agorà di questa mattina, è gravissima. Un vero e proprio insulto verso i 27 milioni di cittadine e cittadini che hanno detto no alle privatizzazioni, nel rispetto dei quali il sottosegretario dovrebbe dimettersi per le gravi dichiarazioni rese. L'imbroglio è quello che vi apprestate a fare, ma la Costituzione vale anche per un governo cosiddetto tecnico!

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forum-150x127Del Forum dei movimenti per l'acqua

Il 12 e 13 giugno i cittadini italiani hanno dimostrato una straordinaria volontà di partecipazione democratica. Oltre 27 milioni di essi hanno votato, tra loro anche il 25% dei cosiddetti astenzionisti cronici, di quelli cioè che a votare non vanno mai. Di questi 27 milioni, oltre quattro hanno fatto un minimo di campagna elettorale, quantomeno distribuendo un volantino nel proprio condominio. In un paese come l'Italia, che vive un così pesante deficit democratico, questo è stato un fatto inaudito. Il 12 e 13 giugno il popolo italiano si è preso il diritto costituzionale a decidere e ha deciso lo stop ai processi di privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali. Ha deciso che sull'acqua non è più consentito a nessuno di fare profitto.

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Il Parlamento ha autorizzato in fretta e furia, e a Camere sciolte, i cementifici ad incenerire rifiuti attraverso l'approvazione dello "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale".

 

E' l'ennesimo scempio ambientale ai danni dei cittadini, fatto per favorire la lobby dei cementieri in crisi.

L'11 febbraio è prevista la discussione in Commissione alla Camera: chiediamo che venga bloccata questa decisione scellerata.

 

La sola alternativa alla gestione dei rifiuti, purtroppo come sappiamo settore in cui le mafie e la criminalità organizzata spadroneggiano, è un piano che preveda la raccolta differenziata finalizzata alla riduzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti.

 

No alla trasformazione dei 59 cementifici presenti in Italia in inceneritori di rifiuti.


“Ce lo chiede l’Europa!” Quante volte abbiamo sentito questa nenia? La controriforma delle pensioni, il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione, la precarizzazione del lavoro, l’austerità…Il Governo tripartisan del server della Goldman Sachs Monti ci catechizza ogni giorno dicendoci
che siamo obbligati ad agire perché ce lo chiede l’Europa. Adesso vedremo se ciò vale anche per il dispositivo della Risoluzione del Parlamento Europeo sul tema “Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” [2011/2068(INI)] del maggio 2012, la quale – nella parte relativa alla trasformazione dell’economia – al punto 32, obbliga a tenere conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurli fino a raggiungere livelli prossimi allo zero, nonché a introdurre un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine del decennio (2020) l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili. Questo significa – addirittura – che dovremmo già cominciare– addirittura – che dovremmo già cominciare a pensare alla dismissione dell'attuale S. Zeno, altro che costruirne uno nuovo da 120 milioni di euro, il quale – dopo 3/4 anni - andrebbe chiuso per legge: infatti, dal 1.1.2021 non potremo più bruciare nessun tipo di rifiuto che sia minimamente compostabile e riciclabile...ce lo chiede l'Europa! 

Le Segreterie Provinciale e Comunale di Arezzo di Rifondazione Comunista



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