di Giuseppe Carroccia
Dovranno lavorare anche undici ore al giorno i ferrovieri dopo la firma del rinnovo contrattuale firmato il 20 luglio da cgil cisl uil ugl e fast col presidente del gruppo Fs l’ex sindacalista Mauro Moretti.
L’orario di lavoro passa dalle 36 ore attuali ore a 38, portabili a 46 nei periodi di massima produzione che con le ore di dormita fuori residenza per il personale di macchina e viaggiante, di fatto arrivano anche a 52 ore settimanali a disposizione dell’impresa.
Siamo persino oltre ai limiti previsti dalla normativa europea che era comunque concepita per mansioni poco gravose e qui viene invece applicata per lavori usuranti, su h 24 e su turni non cadenzati.
di Keynes blog
“E’ sempre più probabile che una disoccupazione di lungo periodo, entro i prossimi due anni, diventi un ostacolo per la nostra ripresa economica”. Ne è convinto Brad DeLong, professore di Economia a Berkeley e già consigliere del Tesoro americano durante l’era Clinton, che lo scrive in un commento su Project Syndicate.
“Al suo culmine, nell’inverno del 1933, la Grande Depressione è stata una sorta di follia collettiva. I lavoratori erano inattivi perché le imprese non li assumevano; le imprese non li assumevano perché non vedevano alcun mercato per la loro produzione; e non esisteva un mercato per la produzione perché i lavoratori non avevano redditi da spendere.”
di Paneacqua
Cifre che crescono vertiginosamente, è indispensabile ricordarlo, se si considerano gli innumerevoli altri casi di crisi aziendali non ancora giunte al Ministero, ma già avviate a livello territoriale che contribuiscono a mettere in ginocchio il tessuto industriale ed occupazionale di intere Regioni. Per questo occorre risolvere, al più presto i singoli casi di crisi presenti a partire dai Tavoli aperti al Ministero dello sviluppo economico, che avverte la CGIL “non possono concludersi con il solo intervento degli ammortizzatori sociali”.
di L. L.
L'immagine che offre è quella di una sorta di domino industriale in cui, caduta la prima pedina, tutte le altre seguono a ruota. Se domani il tribunale del Riesame dovesse confermare il sequestro degli impianti di Taranto allora dovranno chiudere anche gli altri stabilimenti dell'Ilva, quelli di Genova, Novi e Racconigi. Non è una minaccia quella che il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante agita davanti alla commissione Ecomafie. Anche se un po' lo sembra, al punto che il presidente della commissione, Gaetano Pecorella, alla fine definIrà le parole di Ferrante come «un ultimatum inaccettabile».
di Lo. C.
Alberto Morselli è, per ora, segretario generale della Filctem, il nuovo sindacato della Cgil nato dall'accorpamento di tre categorie: chimici, elettrici e tessili. Avrebbe tutte le carte in regola per partecipare al nuovo corso firmato Camusso: riformista modenese, fa parte della maggioranza della Cgil, nel direttivo nazionale vota i documenti della segreteria, è persino iscritto al Pd. Eppure, non basta. Nonostante il suo mandato non sia a termine, ha ricevuto dalla segretaria confederale l'invito inemendabile a dimettersi per consentire l'avvio di un «rinnovamento» dei gruppi dirigenti. Il fatto è che per cambiare un segretario è necessario che il direttivo della categoria esprima un voto di sfiducia a scrutinio segreto, voto che non c'è mai stato e dunque Morselli non ha alcuna intenzione di gettare la spugna.