Antonio Ferraro, responsabile nazionale Politiche sociali del Prc-Fds, ha dichiarato:

“Questa mattina abbiamo partecipato a Roma, in Piazza del Popolo, all’azione dimostrativa delle persone con disabilità contro la manovra economica del governo che dà il colpo di grazia ai diritti sociali di milioni di cittadini. Condividiamo le loro preoccupazioni e sosteniamo la loro lotta per evitare l’ultimo atto di macelleria sociale che si sta per approvare in Parlamento. Oggi diciamo a gran voce insieme al mondo dei disabili che questa manovra è inaccettabile e che essere responsabili non significa appoggiare i diktat della Banca centrale europea ai danni delle fasce deboli della popolazione, ma al contrario rafforzare ed estendere i diritti e i servizi sociali a tutte e tutti. Ma questo governo non vuol sentire ragioni e ha aumentato i tagli agli enti locali, che determineranno la chiusura dei servizi essenziali, e sta per completare il disastro con la delega assistenziale e fiscale che colpirà famiglie con figli a carico, indennità di accompagnamento, invalidità e reversibilità. Tutto questo è vergognoso e per questo ci batteremo nei prossimi giorni al fianco di associazioni, movimenti contro questa manovra e per avanzare proposte alternative di giustizia e sviluppo sociale, a partire dalla patrimoniale, dal dimezzamento delle spese militari, dal blocco della speculazione per investire su un futuro di diritti, con un welfare pubblico più forte e universalistico”.

-- Ufficio Stampa Prc-Se

“La cancellazione del periodo di leva ai fini del computo della età pensionabile non solo è una misura meschina e antipatriottica ma è palesemente anticostituzionale. Infatti i milioni di italiani che hanno prestato il servizio militare o quello civile sostitutivo  non lo hanno fatto per libera scelta ma per un obbligo solennemente sancito dall’articolo 52 della Costituzione.  Non contemplare l’anno di leva  ai fini pensionistici  significa inoltre accanirsi con chi  ha fatto il proprio sacro dovere di difendere la Patria e premiare chi invece , grazie a conoscenze, mazzette o condizioni di privilegio  è riuscito in un modo o nell’altro ad evitare l’onere della coscrizione obbligatoria.” E’ quanto afferma Alfio Nicotra, responsabile nazionale Pace e Movimenti del Partito della Rifondazione Comunista.

“L’articolo 52 della Costituzione – prosegue Nicotra – prevede espressamente che chi è  sottoposto all’obbligo della leva non deve subire discriminazioni quando afferma  che il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino’. E’ evidente che il computo degli anni per la pensione  è da considerarsi a tutti gli effetti parte integrante della posizione di lavoro del cittadino.”“Ormai c’è un divorzio completo tra questo governo e il Paese reale -  conclude l’esponente del Prc -  e si punta volutamente al massacro sociale di chi ha rispettato la legge e dimostrato senso di attaccamento alle istituzioni democratiche. Lo sciopero generale del 6 settembre è solo l’inizio di una mobilitazione più vasta contro chi , dalla tolda di comando, ha deciso di tradire l’Italia migliore  e il suo popolo. “

Roma, 30 agosto 2011

--Ufficio Stampa Prc-Se

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"La Federazione della Sinistra aderisce alla giornata di sciopero e mobilitazione indetta dalla Cgil il prossimo 6 settembre. Considero lo sciopero generale del 6 settembre come l’inizio di un percorso di lotta di popolo che deve costruire dal basso un’altra idea di Europa e un altro modello economico. Sosteniamo la Cgil che in questo momento sta subendo degli attacchi gravi e che ha invece giustamente scelto di opporsi ad una manovra iniqua, caratterizzata da provvedimenti inqualificabili e che verrà pagata solo dalla povera gente, mentre chi è ricco continuerà a godere dei privilegi e delle attenzioni che il governo gli riserva. La Fe derazione della Sinistra scenderà in piazza e sosterrà la mobilitazione".

Nell’annunciare l’adesione convinta “mia personale e della Federazione della Sinistra” all’appello avanzato da un gruppo di giuristi in merito al carattere incostituzionale della manovra del governo, il portavoce nazionale della Fds Massimo Rossi bolla come “eversive” diverse parti del decreto governativo.

“La preconizzata costituzionalizzazione del pareggio di bilancio stabilita nel decreto -. afferma Massimo Rossi – cancella l’investimento sociale ed impone una visione aziendalistica dello Stato che la nostra Costituzione non contempla in alcun modo. Si vuole in questo modo ottuso preservare e rendere obbligatoria una linea di politica economica, quella neoliberista, i cui effetti fallimentari sono sotto gli occhi di tutti.”

“E’ un fatto gravissimo – spiega il portavoce della Federazione della Sinistra - che il pronunciamento di 27 milioni di italiani espressosi nel referendum popolare sia cancellato con le disposizioni che impongono agli enti locali la privatizzazione forzata dei servizi pubblici locali. Questi decenni di cosiddette liberalizzazioni hanno palesato che le privatizzazione nella maggioranza dei casi si sono rivelate una truffa per i lavoratori e un enorme regalo per il capitalismo speculatore. Attardarsi su questa posizione – come fa il gruppo dirigente del Pd – significa vedere le ragioni strutturali dell’attuale crisi economica e non aver capito nulla del perché la maggioranza degli italiani ha scelto nel referendum di rilanciare l’idea di pubblico e dei beni comuni.”

Per Rossi “ bisognerà difendere il risultato del referendum e la stessa Costituzione con la lotta e la mobilitazione popolare. Da questo punto di vista lo sciopero generale del 6 settembre è l’inizio e non la fine di una lotta di popolo che deve costruire dal basso un’altra idea di Europa e un altro modello economico. Entrambe hanno bisogno di mettere al centro i beni comuni, difendere ed estendere il patrimonio di tutti e non invece – come sta facendo la Bce e il governo italiano – l’enorme ricchezza privata di pochi.”

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"Questa ulteriore manovra è il colpo di coda di una classe dirigente politica e imprenditoriale veramente indecente!

Dopo aver consentito di spostare e spostato il frutto del lavoro di tanti verso i patrimoni di pochi, le rendite, la speculazione finanziaria senza briglie, i paradisi fiscali; aver consentito e operato una massiccia delocalizzazione di imprese, aver eluso qualsiasi politica industriale volta all’innovazione ecologica ed all’occupazione; aver conseguentemente impoverito gran parte della popolazione; aver consentito ed ottenuto uno spudorato e crescente sfruttamento del lavoro, spezzettato e precarizzato in modo crudele… Ora vogliono farci credere che la soluzione del problema è farci lavorare di più, più a lungo e senza diritti e contratti nazionali di lavoro, allontanando la nostra pensione e accorpandoci le festività nazionali.

Dopo aver imbastito cricche, trame P2 P3 e P4 per rubare soldi agli enti pubblici centrali e locali vogliono farci credere che il problema siano il costo dei servizi pubblici locali, delle mense scolastiche, degli asili, dei contributi sugli affitti, dei trasporti pubblici, della gestione dei rifiuti… da tagliare, e privatizzare svuotando le casse di comuni province e regioni! Che il problema siano i miseri gettoni di presenza, di pochi euro a seduta, di qualche migliaio di consiglieri comunali e provinciali da mandare a casa insieme alla democrazia o gli stipendi di 1000/1500 euro al mese di operai ed impiegati pubblici e insegnati da bloccare e taglieggiare!

Ma oltre al danno c’è anche la beffa. Mentre attaccano welfare, pensioni, diritti, redditi da lavoro, non sfiorano neppure i grandi patrimoni e lanciano spot indecorosi sui redditi esagerati. Un presunto “contributo di solidarietà” che, ad esempio, a chi guadagna 12.000 euro al mese (156.000 euro l’anno) costerà meno di 50 euro al mese (il 10% della quota eccedente i 150.000 euro l’anno)!

Anche un bambino capirebbe che si vuole approfittare di questa crisi per riportare i rapporti sociali ed economici dell’Italia all’’800. Ben prima della nostra Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza che non a caso vogliono cambiare. Si tratta di un vero e proprio bombardamento dei diritti fondamentali con lo scopo di cambiare il panorama del Paese… renderlo ancora più desolante.

Oltre all’avidità distruttiva dell’attuale classe dirigente questo massacro è anche il frutto velenoso di politiche moderate del centro sinistra che abbracciando il “pensiero unico” e l’intangibilità del modello economico liberista, hanno operato per cancellare dalle istituzioni e dal Paese una sinistra capace di organizzare e rappresentare gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, della popolazione italiana saccheggiata dalle spietate logiche del mercato globalizzato. Una sinistra realmente alternativa alla buia realtà presente.

Sollevare l’opposizione sociale a queste sanguinarie manovre nei luoghi di lavoro pubblici e privati, nei territori e nei municipi; organizzare la partecipazione delle cittadine e dei cittadini in difesa dei diritti, dei beni comuni, dei welfare ad ogni livello; costruire una sinistra di alternativa ed un fronte democratico in difesa della Costituzione. Questo vogliamo fare e faremo con tutte le nostre forze."


Ufficio stampa FdS: 3498315492

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:
 
"Mentre nelle periferie britanniche, che per prime hanno sperimentato le tragiche politiche di privatizzazione, esclusione, precarizzazione, impoverimento del liberismo, non sono ancora spenti i fuochi della profonda crisi sociale in cui sprofonda tutta l’europa e l’occidente,  in Italia si fa a gara su chi è più obbediente alla cupola europea del capitale usuraio.  Su chi ha più fantasia nel mettere a punto misure “balneari” per fare a pezzi ciò che resta del welfare, dei servizi pubblici, dei diritti fondamentali e la stessa Costituzione.

Per l’esponente PD: niente di strano che sia il presidente della BCE a dettarci legge; il pareggio di bilancio in Costituzione è cosa buona; ed infine un bel Governo Istituzionale di larghe intese, che in nome di un presunto interesse generale ottenga ancora lacrime e sangue da chi ha già pagato!

Tutto ciò misura la distanza tra la società e le classi dirigenti di centro destra e centro sinistra che neppure di fronte allo sfaldamento sociale osano mettere in discussione i dogmi del “pensiero unico” tutto subalterno alle esigenze ed agli umori dei mercati.

Solo ridistribuendo la ricchezza, ridimensionando la finanza e riconvertendo ecologicamente l’economia si può uscire dalla crisi …tutto il resto fa parte della politica spettacolo il cui palcoscenico è sempre più traballante.

L’unica nota positiva è il ripensamento della Camusso che dopo aver apposto qualche firma indecente ora rilancia la patrimoniale e minaccia finalmente lo sciopero generale.

Questa è l’unica strada da imboccare su cui continuiamo a lavorare insieme a tutte e tutti coloro che chiedono un’alternativa al fallimentare e barbaro modello sociale ed economico in crisi."

Ufficio stampa FdS 349.8315492

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