di Keynes Blog

Siamo tra i paesi europei che pagano meno i lavoratori, mentre abbiamo gli orari di lavoro più lunghi. Nonostante ciò la competitività delle nostre imprese è tra le più basse. Il quadro di un paese che ha sbagliato obiettivi e che si appresta a commettere ulteriori errori.

Ieri e oggi i quotidiani hanno riferito la diffusione dei dati Eurostat sui salari medi lordi nei paesi dell’Unione. Tuttavia i dati diffusi, per ciò che riguarda l’Italia, si riferiscono al 2006, mentre per altri paesi si arriva al 2009. Inoltre i dati italiani riguardano le aziende con più di 10 dipendenti, mentre per altri paesi il campione è l’intero mondo del lavoro.

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di Rassegna.it

Altri 4,5 milioni di disoccupati nell'eurozona: nei prossimi quattro anni si potrebbe arrivare a un totale di 22 milioni. È l'allarme lanciato da un rapporto dell'Ilo diffuso oggi (11 luglio) a Ginevra. Lo studio avverte che senza cambiamenti di rotta delle politiche di austerity ci saranno nuove difficoltà sia per i paesi attualmente sotto pressione sia per quelli in cui la situazione odierna è più stabile.

"Non è solo l'eurozona in difficoltà, ma è l'intera economia globale che rischia di essere contagiata", afferma il direttore generale dell'organizzazione, Juan Somavia.

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di Marco Bazzoni

"Buongiorno a tutti, sono Marco Bazzoni, ho 38 anni, sono un operaio metalmeccanico. Sono anche rappresentante della sicurezza dal 2003 e mi occupo di questa tematica, del tema della sicurezza sul lavoro da tanto tempo.
Oggi è stato presentato il rapporto annuale Inail sugli infortuni e le morti sul lavoro. l’Inail ha detto che nel 2011 ci sono stati 920 infortuni mortali in calo rispetto al 2010, quando ce ne erano stati 970. Questi secondo me sono dati fortemente sottostimati, prima cosa perché l’Inail tiene conto solo degli infortuni accaduti ai suoi assicurati e tra i suoi assicurati non ci sono né le forze di Polizia, né Carabinieri, né gli sportivi, tante categorie che non sono assicurate con l’Inail.

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di Francesco Piccioni

Il lavoro diventa liquido, precario, mobile. Come si fa ad roganizzarlo e fare sindacato? Ne parliamo con Gianni Rinaldini, coordiantore dell'area «La Cgil che vogliamo» ed ex segretario generale della Fiom.

 Hai letto dei nuovi dati Ocse?
Sono purtroppo la conferma che la situazione peggiora. Mi sembra le misure - dalle pensioni al mercato del lavoro - che ha deciso questo governo aggravano disoccupazione e recessione. Prefigurano un nuovo assetto del paese,una ridefinizione del ruolo delle stesse rappresentanze sociali. Quindi anche del sindacato.

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di Rassegna.it

I precari italiani vivono in media con 836 euro netti al mese. E’ quanto emerge dalla fotografia del precariato, diffusa oggi (10 luglio) dalla Cgia di Mestre. Nel nostro paese i precari sono 3.315.580: lo stipendio medio è 927 euro per gli uomii e 759 per le donne. Solo il 15% di questi è laureato, la pubblica amministrazione è il principale datore di lavoro.

La maggioranza dei precari si concentra nel Mezzogiorno, che registra il 35,18% del totale. Analizzando il titolo di studio, il 46% ha un diploma di scuola media superiore, il 39% circa ha concluso il percorso scolastico con il conseguimento della licenza media e solo il 15,1% possiede una laurea.

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