Guai a ribellarsi al rischio di perdere il posto di lavoro. Se lo fai, se protesti, se manifesti ai cancelli dalla fabbrica vieni denunciato. Così ha fatto Embraco di Chieri (To), azienda produttrice di compressori per frigoriferi, nei confronti dei lavoratori in lotta per difendere il proprio posto di lavoro. “Un atteggiamento vergognoso, una vera e propria angheria che merita una risposta ferma da parte di tutto il territorio” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino. L’azienda torinese, controllata da Whirlpool Corporation, una multinazionale statunitense particolarmente attiva in acquisizioni e dismissioni aziendali, ha da tempo dato segnali di disimpegno per quanto riguarda la tenuta produttiva e occupazionale in loco. Da qui la lotta a oltranza dei 537 lavoratrici e lavoratori che protestano, giustamente, contro il rifiuto aziendale di fornire risposte e garanzie riguardo le prospettive produttive e occupazionali.
Oggi, a Roma, le lavoratrici e i lavoratori manifestano e chiedono che il governo si faccia carico di un intervento risolutivo. Dice Locatelli: “occorre segnare una svolta dopo troppe parole al vento. Fintanto che non ci sono impegni precisi sul piano occupazionale l’Embraco non può pensare di disporre liberamente del sito aziendale di Chieri. Non spetta solo ai lavoratori e alle lavoratrici, a cui va la solidarietà di Rifondazione Comunista, condurre la lotta in tal senso. Spetta a chi ha responsabilità politiche e istituzionali mandare un segnale chiaro e inequivocabile che l’Embraco non può pensare di fare e disfare a proprio piacimento un’azienda che peraltro non ha mancato in più occasioni di incassare una montagna di finanziamenti pubblici”.