La qualità dell’aria in continuo peggioramento, aree verdi decimate, risorse idriche a rischio, terreno spesso improduttivo, temperature generali in continuo aumento, ghiacciai in disgelo anticipato, specie animali e vegetali sempre più scarse. Queste non sono delle minacce, questa è la realtà.
Se il nostro pianeta oggi è concretamente a rischio estinzione, l’unico modo per riuscire a imprimere un cambiamento efficace è incominciare a lottare contro i modelli di inquinamento e contro i governi che continuano a promuoverli.
Le Grandi Opere industriali hanno causato, e continuano a causare devastazioni nei territori coinvolti. Un modello di sviluppo che non coinvolge le popolazioni, ma che, sfruttando le simpatie delle istituzioni passate e presenti , decide delle sorti ambientali e sociali di un territorio. Un modello dissipativo delle risorse locali, corrosivo per la comunità, incentrato sulla cessione di salute e ambiente in cambio di lavoro o di energia.
La politica fino ad oggi non è riuscita a dare delle risposte, in realtà non si è mai posta neanche le domande.
Infatti le promesse non mantenute dai pentastellati sulle questioni ambientali quali ILVA, TAP, Energas, e l’incertezza sulla questione TAV, dimostrano (oltre all’inaffidabilità politica dei cinquestelle,) come le questioni ambientali vengano continuamente sottovalutate dalle istituzioni.
Per questi e molti altri motivi si è deciso di lanciare il 23 marzo una grande manifestazione nazionale contro le Grandi Opere inutili. Prima di arrivare a questa data, si è riusciti a creare una rete molto solida tra le numerose associazioni, comitati, collettivi, movimenti e realtà sociali impegnati nella lotta alle grandi opere.
Sono state organizzate, a partire da Venezia, diverse assemblee nazionali che hanno permesso il confronto diretto tra lotte anche molto distanti: si è parlato di TAV in Val di Susa, delle Grandi Navi a Venezia, l’ILVA a Taranto, il MUOS in Sicilia, la Pedemontana Veneta, la minaccia delle trivellazioni in Basilicata, in Puglia e in Sicilia, della Terra dei Fuochi in Campania, del TAP in Salento, oltre alle altre devastazioni passate e presenti che minacciano costantemente il Paese e i territori coinvolti.
Richiamiamo alla mobilitazione tutte le compagne e i compagni per ridiscutere insieme il futuro ambientale del nostro pianeta. Infatti la manifestazione del 23 marzo (come lo è stata la manifestazione di Torino dell’8 dicembre ) sarà un’occasione importante per confrontarsi con diverse realtà di lotta ambientale e per contribuire a costruire una rete sociale e politica unico argine agli eco-mostri ambientali.
Per un futuro ecologico e rispettoso dell’ambiente, per la giustizia ambientale, per il il nostro pianeta… al 23 marzo comapgn@.
Marco Cassatela Coordinamento Nazionale GC
Andrea Ferroni Coordinatore Nazionale Giovani Comunisti/e