Di Rosa Rinaldi
Ronchi, come si legge nell'articolo di M.Antonietta Calabrò, pubblicato su Il Corriere della Sera di mercoledì 25 gennaio a pagina 10, continua a ciarlare di privatizzazioni a tutto spiano. Non si rende conto che in questo modo si copre di ridicolo? Sì, stiamo parlando proprio di Andrea Ronchi: prima aennino, prima finiano, poi berlusconiano, ma soprattutto colui che firmò il provvedimento che metteva l'acqua nelle mani del mercato. Un provvedimento che lo sfortunato e poco lungimirante "legislatore" ha visto bocciato a suon di voti (27 milioni per la precisione) con un referendum che ha indicato la direzione opposta da quella da lui imboccata.
Eppure, nonostante il referendum contro la privatizzazione, nonostante la sonora bocciatura del "suo" provvedimento, Ronchi, preso da una sbornia liberista, non riesce proprio a non parlare di privatizzazioni di tutti i servizi pubblici locali ed in primo luogo dei servizi idrici. Basta con questo farneticare di privatizzazioni (come fatto anche da esponenti del governo Monti). Basta con queste dichiarazioni fuori luogo. Non si perda altro tempo: si applichi quanto espresso col referendum sull'acqua.