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di Ezio Locatelli

Ci hanno provato anche questa volta i fautori dell'alta velocità e delle grandi opere a dipingere i valsusini e i No Tav, venuti da molte parti d'Italia, come pericolosi eversivi...

”inclini alla violenza antisistema”. La manifestazione di oggi, partecipatissima e variopinta come non mai (circa 70mila persone, molto nutrita e visibile la partecipazione delle compagne e dei compagni di Rifondazione Comunista) svoltasi sui 10 km che collegano Bussoleno a Susa tappezzati da scritte, bandiere e manifesti No Tav, è stata la migliore risposta a queste irresponsabili prese di posizione.
Ma proprio perché la manifestazione e andata a gonfie vele la polizia in tarda serata non ha trovato di meglio che far scattare la solita provocazione da dare in pasto alla stampa, caricando i manifestanti che stavano raggiungendo i treni.
Evidente l’intento di fomentare la repressione e la criminalizzazione di una protesta che dura da 20 anni (lo si è visto ultimamente con gli arresti del 26 gennaio).

Una protesta sacrosanta e legittima di una comunità contro la distruzione di un territorio perpetrata dal progetto di un'opera inutile e affaristica. Un  progetto dannoso non soltanto per chi vive lungo il percorso dell’alta velocità, ma anche per tutti coloro che vivono lungo il percorso di un'economia, di un modello sociale e di sistema di mobilità  improntato agli interessi di un blocco politico affaristico. La Tav ha costi spaventosi, comporta  un gigantesco consumo di territorio, comporta altresì un disinvestimento e una marginalizzazione del trasporto pubblico ordinario, usato dalla stragrande maggioranza della popolazione. A maggior ragione in un momento di crisi economica, di taglio delle pensioni e dello stato sociale, di grave disoccupazione, sprecare decine e decine di miliardi nell'alta velocità è una scelta semplicemente insensata. Molto applaudito l'intervento a conclusione della manifestazione del segretario nazionale Paolo Ferrero, sul palco insieme, tra gli altri, a Maurizio Landini, Giorgio Cremaschi, i sindaci valsusini e gli esponenti No Tav.

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