di Gianni Ferrara
"Consentite alle cittadine e ai cittadini di pronunciarsi".
Una lettera-appello ai parlamentari da parte del costituzionalista Gianni Ferrara.
Come sai il Parlamento si accinge ad approvare in seconda lettura un progetto di legge costituzionale per la revisione dell'art. 81 al fine di vincolare l'ordinamento italiano al rispetto di parametri macroeconomici fissi, in particolare proibendo - salvo rare eccezioni e imponendo una procedura aggravata - il ricorso all'indebitamento quale strumento di politica economica. Queste misure sono asseritamente il frutto degli impegni assunti in sede europea al fine del coordinamento delle finanze pubbliche dei Paesi aderenti all'Euro, a fronte dell'attuale grave crisi finanziaria. Nessuno dubita della necessità di garantire una finanza pubblica in equilibrio, né dell'importanza di politiche congiunturali di riduzione del debito pubblico accumulato negli anni, né di assicurare a regime un debito pubblico sostenibile in riferimento agli altri fondamentali indicatori economici.


Dibattito Il ministro Fornero e la BCE, ci perdoneranno ma forse sono - per dirla con Keynes - "schiavi di qualche economista defunto" o di "qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro". C'è infatti un grosso luogo comune, alimentato in primo luogo da Pietro Ichino. Si dice che in Europa non esiste nulla di simile all'art.18. Davvero? No. Germania e Olanda hanno indici di protezione del lavoro che, secondo l'OCSE, sono di gran lunga più alti dei nostri
Spett. Direttore,
È morto Pino Ferraris. Per me un esempio di vita, un maestro, un amico e un punto di riferimento politico. Da lui ho imparato che il socialismo, la trasformazione nasce dal basso, dall'autorganizzazione consiliare e che questa autorganizzazione deve essere in grado di capire il capitale per poterlo sconfiggere. Da lui ho avuto una testimonianza di rettitudine morale e politica mantenuta nel corso di tutta una vita. Il punto su cui tornava sempre era il '69 operaio torinese. Lui era segretario dello PSUIP di Torino e si batté affinché i Consigli di Fabbrica non diventassero solo organismi sindacali ma diventassero organismi politici, struttura dirigente di un movimento politico di massa contro il capitale. Pino venne sconfitto in quella battaglia che lui ha sempre ritenuto - penso a ragione - decisiva. Dietro quell'aria mite e da studioso, Pino la rivoluzione in Italia ha provato a farla sul serio. Ora non c'è più, compito nostro non disperdere questa memoria. Caro Pino, riposa in pace.



