di Fabrizio Assandri, Chiara Priante
Poco cibo e con basso valore nutrizionale. È quello che le famiglie, strette nella morsa della crisi, servono sempre più spesso ai bambini, visto che a Torino si registrano casi, in crescita, di denutrizione. Se ne accorgono, in primis, le insegnanti. All’elementare Vidari, in mezzo alle case popolari di via Sanremo, quando la mensa non era ancora in funzione, i bimbi, per il loro pranzo al sacco, sono arrivati con qualche merendina o un piccolo trancio di pizza o, ancora, con uno smilzo panino con dentro un wurstel. Morale? Poco cibo e fabbisogno nutrizionale non rispettato.
Numeri in crescita
Quei pranzi frugali non erano un caso, né pasti preparati di fretta. Nello stesso quartiere anche don Gianni, parroco di Gesù Redentore, annota lo stesso problema, visto che all’Estate ragazzi quest’anno si sono visti bimbi nutriti male. Al punto che il sacerdote ha segnalato il fatto al tavolo tecnico «Case popolari». Proprio la parrocchia del Redentore distribuisce qualcosa come 300 borse di cibo alle famiglie del territorio, sempre più in difficoltà.
Fa ancora più specie la situazione che si sono trovate davanti le maestre della Santarosa di via Braccini, a San Paolo. Le insegnanti hanno notato che, al pomeriggio, due bambini si presentavano a scuola senza aver mangiato. «Un caso di povertà dignitosa - spiega la dirigente Loredana Truffo -. I genitori si vergognavano di chiedere aiuto». Non potendo pagare la retta, infatti, due famiglie avevano tolto i figli dalla mensa, ma poi non davano loro da mangiare, se non un frutto o poco più. I due, al rientro in classe, erano visibilmente affamati. «In questi casi sta alla sensibilità delle maestre accorgersene», aggiunge la dirigente. Di qui, la richiesta al Comune, subito accolta, per l’esenzione dal pagamento della mensa.
Si taglia anche la mensa
I servizi sociali della Circoscrizione 3 hanno registrato altri episodi simili e snocciolano un numero che fa riflettere. Le richieste d’aiuto hanno subito un’impennata nell’ultimo anno: solo nei primi otto mesi del 2012 ci sono state 350 nuove domande da parte di nuclei famigliari finora sconosciuti ai servizi sociali. Si fa fatica anche a pagare le mense. Capita alla Salgari di via Lussimpiccolo, stesso problema alla King di corso Francia, dove s’è verificato anche il caso d’un bambino che, abitando nella cintura di Torino, non può godere delle riduzioni per la mensa: così, i genitori sono stati costretti a rinunciare al servizio.
Il progetto innovativo
In questo mare, spicca un progetto innovativo, e degno di essere riproposto altrove, firmato dalla scuola Vidari, succursale della Mazzarello. Un corso che parte giovedì e insegna a mamme e bambini, di pomeriggio, come nutrirsi correttamente e rispondere alla crisi. L’obiettivo è semplice: conoscere le principali regole, capire quali sono i piatti sani, genuini e che non costano molto, magari anche provenienti da altre culture. Quattro incontri prima di Natale, comprensivi d’una simulazione di una spesa e di una cena, e poi delle serate nel 2013, come quella su come sostituire piatti più cari (di carne) con cereali e legumi. «La scuola - dice la dirigente Silvia Solia - deve essere presidio di cultura, di cittadinanza e anche luogo che insegna a prendersi cura di sé».
da www.lastampa.it