Intervista a Donato Stefanelli di Gianmarco Leone
«Che il governo non pensi di risolvere la vicenda dell'Ilva di Taranto con un semplice decreto legge sull'applicazione dell'Autorizzazione integrata ambientale»: è forte e chiaro il messaggio che il segretario della Fiom Cgil di Taranto, Donato Stefanelli, invia all'esecutivo ed al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, in vista dell'incontro di giovedì pomeriggio a Palazzo Chigi.
Perché quest'avviso, a poche ore da un incontro così importante?
I sindacati attendono ancora di ricevere da parte dell'azienda il piano industriale e finanziario per i prossimi anni: documento che è molto più importante di tante altre cose dette a sproposito negli ultimi giorni e che non va assolutamente confuso con il piano tecnico consegnato dall'azienda in merito all'applicazione delle prescrizioni presenti nel riesame dell'Aia.
Intanto, dopo una giornata ad altissima tensione, un risultato lo avete portato a casa.
Sì, siamo riusciti ad ottenere dall'azienda la garanzia del pagamento degli stipendi di tutti i lavoratori dell'area a freddo, almeno sino a quando il tribunale del Riesame non si pronuncerà sul ricorso che l'azienda presenterà domattina (oggi per chi legge, ndr) avverso il sequestro della produzione degli ultimi quattro mesi.
Voi, però, siete comunque contrati alla decisione dell'azienda di chiudere i reparti dell'area a freddo.
Assolutamente, sì. Sin dal primo istante abbiamo dichiarato lunedì che era un atto che non condividiamo affatto. E' un atteggiamento che non porta nulla di buono, che serve soltanto ad esasperare gli animi dei lavoratori a cui in questo momento l'azienda dovrebbe dare garanzie, invece di reagire con vere e proprie rappresaglie all'azione della magistratura».
Così come rifiutato, la settimana scorsa, di siglare l'accordo sulla cassa integrazione ordinaria per duemila lavoratori dell'area a freddo.
Per noi non c'erano e non ci sono a tutt'oggi le condizioni per chiedere l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. Al momento sono già 700 i lavoratori in ferie forzate: vedremo nei prossimi giorni il da farsi».
Con la magistratura che prosegue sulla sua strada.
Indubbiamente. Anzi, è bene ribadire ancora una volta che la magistratura ha evidenziato e dato risalto ad una situazione non più sostenibile e rinviabile: il risanamento degli impianti dell'area a caldo. Il ritardo accumulato in tutti questi anni ha portato ai drammatici risultati di oggi.
Intanto giovedì sarete tutti a Roma.
"Abbiamo proclamato 8 ore di sciopero di tutti i lavoratori dell'Ilva con manifestazione nazionale a Roma, insieme a Fim-Cisl e Uilm-Uil, per la situazione determinatasi nel sito di Taranto, e con le pesanti ricadute in tutto il gruppo e su tutto il sistema industriale italiano.
Il Manifesto - 28.11.12