sanitadi Roberto Gramiccia
In migliaia, fra lavoratori e cittadini solidali, hanno dimostrato stamattina davanti alla Regione Lazio a difesa dei posti di lavoro e di quel che resta della Sanità pubblica e privata accreditata. Ben quarantadue sigle sindacali avevano indetto questa grande manifestazione che ha dato oggi la misura, da un lato, della drammaticità della situazione e, dall’altro, della determinazione dei lavoratori a non cedere alle minacce del Commissario Bondi.
I posti di lavoro a rischio sono oltre 1500; 2000 i posti letto da eliminare, dopo che negli ultimi 5 anni sono stati già operati tagli per quasi 35 miliardi di euro sulla sanità del Lazio.

Quattro Ospedali sono a rischio di chiusura: l’’Oftalmico, l’Eastman, il Cto e il Forlanini ed altri, come l’IDI, il Gemelli, il Fatebenefratelli, il San Filippo Neri e lo Spallanzani, sono minacciati dalla mannaia dei tagli e degli accorpamenti. Insomma uno scenario fosco da basso romano impero, nel quale nuove macerie rischiano di sommarsi a quelle sinistramente già accumulate dalla giunta Polverini.
Ma i lavoratori e i cittadini di Roma non ci stanno e oggi lo hanno dimostrato, scendendo in campo per far valere i propri diritti a Roma e per dare il segno, da Roma, che la Sanità pubblica, sotto attacco in tutto il paese, non è un bene sociale negoziabile. La necessaria razionalizzazione che dovrebbe fare i conti, fra l’altro, principalmente con i fenomeni di malaffare e di corruzione che sono il portato di una cattiva politica, in grande parte riconducibile al centro destra, non ha niente a che vedere con i tagli lineari imposti dal governo Monti e dal Commissario Bondi.
Questo governo si deve fermare prima che sia assestato il colpo definitivo alla struttura portante più significativa del nostro Stato sociale. Lo deve fare anche perché la sua corsa è finita e la parola sta per tornare agli Italiani con le prossime Elezioni regionali e politiche. Quello che sarebbe ovvio, però, non lo è affatto e ancora incombe la minaccia di ulteriori devastanti mazzate su posti di lavoro e  ospedali di assoluta eccellenza.
Rifondazione comunista, presente e attiva in tutte le lotte dei lavoratori della sanità e anche questa mattina significativamente presente, sostiene la lotta per la difesa dei posti di lavoro della sanità, per la salvaguardia degli Ospedali romani e del diritto alla salute di tutti cittadini. Lo sciopero nazionale dei lavoratori della sanità privata, indetto dalla Fp CGIL per il 12 dicembre, sarà la prossima grande tappa di questa lotta, nella prospettiva auspicabile di ulteriori e più vaste iniziative a difesa del nostro Welfare. Senza la soddisfazione dei diritti elementari (primi fra tutti quelli al lavoro, alla salute e all’istruzione) non esiste uguaglianza, non esiste libertà. Vengono meno, quindi, i presupposti stessi della democrazia. Come si vede: una questione di vita o di morte.

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