di Francesco Porta
Ieri sera una folta assemblea ha dato il via in Trentino al possibile percorso per portare alla costruzione di un polo di sinistra alternativo.
La partecipazione è stata più alta del previsto e più di cento persone hanno dato vita ad un dibattito intenso.
All’assemblea erano presenti il Partito della Rifondazione Comunista, l’Italia dei Valori, il Movimento dei Verdi, la CGIL Che Vogliamo, la FILCAMS CGIL del Trentino, compagni del Centro Sociale Bruno di Trento, esponenti del Movimento per l’Acqua e tanti cittadini insieme a nomi storici della Sinistra Trentina.
La necessità della costruzione di un polo della sinistra alternativo sia alle politiche ultraliberiste impersonificate in questo momento dal Governo Monti, sia alle politiche del PD e del centro-centro-sinistra nascente, collaterali, apologetiche ed acritiche della politica europea ultraliberista.
L’assemblea ha ribadito che non può nascere solo un percorso elettorale (saremmo in quel momento alla presenza di un nuovo Arcobaleno con tutti i disastri conseguenti), ma è necessario che da qui riparta il futuro della sinistra, una sinistra capace di far nascere, organizzare e guidare il conflitto sociale quasi assente nella realtà italiana.
Un polo di sinistra alternativo capace di ripartire dai territori, capace di interpretare le esigenze della popolazione, capace di praticare un agire politico includente, propositivo, non burocratico ma partecipato.
Coloro che stanno pagando la crisi hanno bisogno di un riferimento certo, di un soggetto politico che sappia essere portatore delle istanze e che sappia organizzarle.
Quindi la necessità della nascita di un soggetto politico e non politicista.
Per quanto riguarda il programma di cambiare si può, è stato messo in rilievo la necessità di ampliare e render centrale, il tema del lavoro, della sua difesa dai continui attacchi da parte dei governi che si stanno succedendo nello scenario politico italiano ed europeo. Il recupero dell’articolo 18, la lotta contro l’articolo 8, la lotta contro la precarizzazione del lavoro e la difesa dei diritti dei lavoratori.
E’ necessaria una presa di posizione determinata sul fiscal compact e i diktat della Troika che stanno portando di corsa l’Italia verso la deriva greca e all’affermazione dei mercati sulla politica.
Esprimere con chiarezza il fallimento delle politiche montiane che ci hanno consegnato recessione, disoccupazione, ulteriore aumento del debito pubblico, riduzione del welfare, totale assenza di programmazione industriale ed economica, patti di stabilità che consegneranno tutto ciò che è servizio pubblico ai privati.
Anche la questione ambientale ha avuto largo spazio insieme alla parità di genere e dei diritti.
Per quanto riguarda un eventuale simbolo deve contenere specifici richiami alla tradizione del movimento dei lavoratori con la predominanza del colore rosso.
Il percorso potrà essere duro, ma è necessario partire.
Una richiesta pressante dell’assemblea è che si abbassino i toni nella polemica partiti si, partiti no. Esternazioni come quelle di alcuni esponenti di “movimento” che continuano a martellare indistintamente contro i partiti senza nemmeno pensare di fare distinzioni fra i partiti funzionali al liberismo e partiti che sono anni che si oppongono e praticano strade alternative, è un infantilismo politico pesante. Si deve marciare tutti assieme, senza discriminazioni da grillini di sinistra, senza populismi da bar, con la capacità di interpretare la fase politica e proporre soluzioni alternative. Non si possono buttare via esperienze, preparazione e capacità politica, solo perché si è iscritti ad un partito. A volte i ceti politici dei movimenti non sono differenti da quelli dei partiti e se si chiedono passi indietro, tutti devono avere la capacità di farlo. Si torni all’affermazione della politica.
L’assemblea di Trento ha eletto i rappresentanti che parteciperanno all’assise del 22 dicembre a Roma e si è già autoconvocata per il 28 dicembre sempre a Trento.