fotocongressodi Francesca Pilla

Prima volta di Rifondazione comunista dal dopo Vendola, quando a seguito di quello battagliero del luglio 2008, nel gennaio 2009 il presidente della regione Puglia, insieme a parte dei dirigenti, fondò Sel. Ma, scissioni a parte, sono venti anni dalla fondazione del Prc, come ricorda anche una mostra all'entrata di questo teatro napoletano da dove il partito, nato come reazione allo scioglimento del Pci, tira fuori le unghie. Contro il governo Monti, contro lo strapotere della Germania, per una vera opposizione radicale di sinistra.

Il segretario Paolo Ferrero è un fiume in piena, parla per due ore nella sua relazione, che sarà anche la linea del Prc in attesa delle elezioni: «Contrastare questo esecutivo di poteri forti, creando l'alternativa». Scontata, infatti, la rielezione di Ferrero domani, visto che la sua mozione ha l'81,3% dei voti, rispetto a quella della corrente trotzkista che ha avuto il 13,4%, e la terza del gruppo fiorentino di Pasquale D'Angelo con solo il 5,3%. Chiaro che il segretario possa parlare ancora da leader e abbia scelto Napoli per rilanciare il partito, giocando in casa, dove il vicesindaco Tommaso Sodano rappresenta nella primavera arancione di De Magistris, anche la capacità di ottenere dei risultati concreti quando si fanno le scelte giuste. Per ironia della sorte politica proprio i vendoliani sono fuori dalla giunta perché alle amministrative di maggio avevano scelto di stare con il Pd. Ed è questo anche il dilemma ora, stare insieme in una Federazione delle sinistre o assecondare le scelte dei democratici, anche in un momento in cui di primarie non si vede l'ombra, e sembra tramontare la possibilità di un protagonismo vendoliano.

Ferrero lo ricorda anche nella relazione preparata da settimane, ma a cui alla fine non riesce ad attenersi. Parla a braccio e riesce a essere efficace: «Perché il futuro non è e non può essere Monti, esponente della tecnocrazia europea, venuta a commissariare l'Italia per proporre misure neoliberiste. Bisogna creare una costituente di sinistra per opporsi al dominio delle banche». I delegati applaudono, sguardi dubbiosi invece tra chi è venuto in nome di Pd e Sel. Il segretario regionale Enzo Amendola e il vicepresidente del senato Luigi Zanda per Bersani, i dirigenti locali Arturo Scotto e Peppe De Cristofaro per Vendola. Rifondazione chiede ai vendoliani di non restare a guardare i sommovimenti all'interno dei democratici pronti ad appoggiare su tutta la linea il governo della larghe intese, ma di puntare su una reale opposizione a partire dalle piazze. Vendola a sorpresa potrebbe arrivare oggi, se così fosse sarebbe un'apertura al dialogo, ma non ci sono conferme. Già presente in sala invece Oliviero Diliberto per il Pdci, mentre resta confermata per oggi la presenza di Tonino Di Pietro e del sindaco De Magistris, quest'ultimo sulla stessa lunghezza d'onda di Ferrero, interverrà per portare il saluto della città.

Ma a prescindere dall'unione delle sinistre, che la strada resti in salita fino alle elezioni il segretario ne è consapevole: «Monti durerà fino al 2013». E dal palco più volte ripete «che pur non essendo il momento di creare un unico partito comunista dove si andrebbe solo a litigare è comunque necessario iniziare un cammino insieme senza settarismi». La situazione generale di crisi è infatti estremamente pericolosa e «il capitalismo può solo riorganizzare i rapporti in una regressione che potrebbe sfociare in barbarie». «Siamo stati commissariati dalla Bce», sottolinea più volte Ferrero: «Il presidente del consiglio tra Merkel e Sarkozy, ha scelto la politica più a destra della Germania». Così per Ferrero si rischia una svolta conservatrice e autoritaria peggiore di quella dell'Europa del 29. In alternativa propone una serie di punti per un programma che possa dirsi effettivamente di sinistra. Niente pensioni superiori a 5mila euro, patrimoniale del 2% sulle rendite sopra il milione di euro, tasse sulle operazioni finanziarie, tagli alle spese militari, ma soprattutto necessità di combattere lo strapotere speculativo della Germania, minacciando anche di non pagare i nostri debiti. Il segretario quindi chiede alla Cgil uno sciopero generale se dovessero essere toccate le pensioni di anzianità e propone in primavera gli stati generali della sinistra. Come accaduto con gli altri sette congressi anche questa volta Ferrero chiude sulla centralità del partito che deve crescere nell'interesse di una società di uguali, terminando la relazione, come da tradizione, con le parole Partito della rifondazione comunista. Si prosegue con gli interventi delle delegazioni internazionali, degli esponenti di Occupy Wall street, con il saluto dell'ambasciatrice cubana. In serata la tavola rotonda «in difesa della stampa libera e indipendente contro i tagli all'editoria», promosso anche da questo giornale.

da Il Manifesto 3 Dicembre 2011

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