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L'obiettivo, almeno il primo, è stato raggiunto. Il comitato promotore dei referendum contro l'articolo 8 e per l'articolo 18 sul lavoro hanno consegnato ieri mattina le firme in Cassazione. I vari soggetti promotori ne hanno raccolte oltre un milione (Idv, Sel, Pdci, Prc, Verdi, Fiom; le componenti della Cgil Lavoro e Società e la Cgil Che vogliamo, Alba e Articolo 21). «Si tratta di una gigantesca domanda di difesa dei diritti del lavoro che deve pesare nell'imminente campagna elettorale richiamando tutte le forze politiche alle proprie responsabilità e con la quale dovrà misurarsi il nuovo governo», spiegano i referendari.
D'ora in poi però la battaglia referendaria diventa tutta politica e molto legale. Da questo punto di vista, infatti, non è certo passata inosservata l'assenza di Nichi Vendola ieri dal «Palazzaccio» romano.

Il leader di Sel è l'unico dei primi firmatari dei quesiti (sui quali è anche entrato in rotta di collisione col Pd) ad aver saltato l'appuntamento della consegna in Cassazione. Ulteriore segnale di prudenza anche la cura con cui il «capodelegazione» vendoliano, Massimiliano Smeriglio, ha evitato le fotografie di rito all'uscita.
La battaglia che aspetta i referendari resta durissima. Lo scioglimento anticipato delle camere infatti impedirebbe la consultazione popolare nel 2014. Ma è un punto giuridico su cui il comitato annuncia già un possibile ricorso in Cassazione, visto che l'11 gennaio era comunque l'ultimo giorno utile per la consegna delle firme in caso di scadenza naturale della legislatura e il voto anticipato non era preventivabile nel momento in cui il processo di raccolta è iniziato nei gazebo. Si vedrà. La Cassazione ha tempo per pronunciarsi fino a novembre. E in ogni caso il comitato ha già fatto appello, se necessario, a un decreto ad hoc del governo che salvaguardi il diritto a essere considerati e a non ricominciare da capo del milione di cittadini che hanno firmato i quesiti.
«Il tema del lavoro, sia a tempo indeterminato che precario, deve comunque essere il centro della campagna elettorale e del prossimo governo, anche qualora fosse di centrosinistra», spiegano i promotori. Il fronte avverso, intanto, non sta a guardare. Presidente del comitato referendario per il no al quesito sull'articolo 8 è il suo stesso ideatore: l'ex ministro del Pdl Maurizio Sacconi.

Il Manifesto - 10.01.13

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