di Checchino Antonini
Rivoluzione civile anche per la ricerca pubblica. L’appello del gruppo di lavoro “Ricerca pubblica bene comune”, lanciato all’assemblea romana di Cambiare si può, avrebbe destato l’attenzione di Ingroia che ne potrebbe trarre l’ossatura del programma di Rivoluzione civile su questo tema fondamentale per lo sviluppo. «Nelle comunità scientifiche e professionali ci sono forti aspettative su questa nuova proposta politica – spiega a Liberazione, Simone Casadei, portavoce dell’appello che in pochi giorni ha già raccolto un centinaio di adesioni tra ricercatori, funzionari e tecnici
laureati. «Per la prima volta trova dignità dentro un programma elettorale l’idea che la ricerca costituisca una funzione fondamentale in ogni campo delle politiche pubbliche: dietro un servizio efficiente per l’impiego, ad esempio, ci sono ricercatori che costruiscono strumenti adeguati a qualificare l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro nei territori. Lo stesso vale per i servizi sociali, quelli dedicati alla tutela dell’ambiente, per le politiche della salute, dell’istruzione e della formazione professionale», va avanti Casadei, ricercatore Isfol.
L’Isfol che si occupa di formazione, welfare e politiche per il lavoro per conto di ministeri, regioni e Ue, è sopravvissuto, solo grazie alla strenua difesa dei lavoratori, a ripetuti tentativi di chiusura. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il combinato disposto tra le forbici della Fornero e un emendamento del Pd che li voleva privatizzare accorpandoli a una Spa, Italia lavoro. «L’emendamento è carta straccia ma il problema politico è intatto», spiega il ricercatore.
Ai 18mila addetti del comparto vanno aggiunti gli 8mila precari con contratti che raramente supereranno i prossimi 12 mesi. E’ un numero bassissimo di addetti ai lavori che produce la perdita dei fondi europei che vengono erogati in base al rapporto tra popolazione e numero dei ricercatori. «Ecco perché è urgente un riordino del settore che assicuri un flusso costante di finanziamenti agli enti di ricerca e sottragga alla politica il comando degli enti stessi liberandoli dalla lottizzazione».
L’appello continuerà a circolare e per aderire è sufficiente cliccare la pagina facebook “Ricerca pubblica bene comune”.
da Liberazione.it