Da oggi e fino alla data dell'incontro (che mi auguro prossimo) presso la Regione, convocato per esaminare la richiesta di cassa integrazione avanzata dalla Mrc al fine di evitare il tracollo finanziario e il fallimento sicuro di Liberazione e dello stesso partito che la edita, tutte le pubblicazioni del giornale sono sospese. Anche nella versione on line, come recita il comunicato della società. Questo epilogo - sicuramente transitorio, ma certo non meno doloroso - è stato l'esito che la direzione ha cercato in ogni modo e finchè è stato possibile di evitare, tessendo e ritessendo la trama di un equilibrio editoriale fra le più che giustificate preoccupazioni dei lavoratori per il proprio futuro e le condizioni oggettive di una situazione economica dell'azienda che non può in alcun modo sopportare il taglio del 70% delle già scarsissime risorse destinatele dal fondo per l'editoria.
Il complesso equilibrio "dinamico" che era stato raggiunto si reggeva sulla condivisione di una incontestabile verità: quella che i governi (Berlusconi prima e Monti poi) hanno scientemente deciso, sulla base di calcoli politici che nulla hanno a che vedere con i problemi di bilancio dello stato, di mettere in ginocchio decine di testate di partito, di idee e cooperative, radendo letteralmente al suolo, in particolare, la stampa di sinistra. Contro questo disegno liberticida avrebbero dovuto concentrarsi tutto l'impegno, la mobilitazione, la lotta per ottenere la reintegrazione del fondo. Malauguratamente, a questa sacrosanta battaglia se ne è unita e poi sovrapposta un'altra, di segno opposto, cresciuta sino a quasi oscurare la prima, fondata sull'incredibile accusa rivolta dal Cdr alla proprietà, alla società, alla stessa direzione del giornale di avere inteso utilizzare la crisi per portare a conclusione l'avventura di Liberazione ed azzerarne la redazione. Ebbene, questa accusa al Prc di coltivare pulsioni suicide e di perseguire il solo obiettivo di incassare i residui finanziamenti pubblici, progettando la redazione di un giornale "finto", è semplicemente falsa, oltre che oltraggiosa. L'obiettivo di salvare testata, giornale e occupazione, la determinazione nel compiere ogni ragionevole sforzo per rilanciare in progress un progetto editoriale credibile e sostenibile è stato, è e rimane lo scopo di ogni iniziativa.
Le "incursioni" sul giornale - tanto su quello in pdf (di cui è stata impedita l'uscita per ben 3 degli ultimi 4 giorni!), quanto sul sito - si sono in questi giorni moltiplicate sino a rendere la situazione ingovernabile da parte della direzione.
La scelta di sospendere ogni pubblicazione sino all'incontro in regione è divenuta perciò un passo obbligato.
Nel frattempo, sia pure in un clima molto diverso da quello che sarebbe stato auspicabile e necessario, si stanno sviluppando in tutta Italia le più varie iniziative di sottoscrizione per Liberazione, segno inequivocabile di una volontà forte dei nostri lettori e della nostra comunità, per nulla rassegnati a gettare la spugna.
La direzione 19/01/2012