Giovanni Russo Spena
Il provvedimento approvato ieri in parlamento preoccupa per la sua modestia e scarsa lungimiranza. Il governo Monti,con un po’ di elegante ipocrisia si muove quasi nel solco del governo Berlusconi. Ovviamente, avendo noi a cuore la condizione dei detenuti,accettiamo anche la modestia dei 3300 detenuti che lasceranno il carcere. Non ci piace, però, il fatto che venga ancora finanziato il fallimentare e costoso “progetto braccialetti”.Non ci piace il fatto che le misure debbano comunque passare al vaglio dei magistrati di sorveglianza. Ci preoccupa l’uso,che sarà largo e sistematico in alcuni casi,delle cellette delle caserme per la detenzione,perché non dimentichiamo quante torture ed illegittimità(anche uccisioni)siano in quei luoghi avvenuti,lontano da ogni controllo giuridico, istituzionale. Il governo non ha avuto il coraggio di sfidare il giustizialismo carcerario affrontando il tema con la civiltà democratica dello Stato di Diritto. Nelle carceri italiane si muore(180 suicidi nel2011;ogni giorno atti di autolesionismo;2metri quadri per22 ore al giorno;22000 detenuti in più rispetto ad una capienza già considerata ball’eccesso. Si tratta di un sistema anticostituzionale e fuorilegge.
L’unico progetto che questo governo sembra avere di fronte a questa inciviltà (che è una vera e propria tortura,come le Corti europee hanno definito la detenzione in Italia) è la privatizzazione”perfino del carcere; è la costruzione di nuove carceri secondo il principio statunitense del”grande internamento”:incarcerare i drammi sociali. Non a caso,mentre lo stato sociale deperisce,si estende lo Stato penale globale. Crescono le “morti di Stato”:Stefano Cucchi è solo una goccia drammatica di un infame stillicidio. Il nostro progetto passa attraverso due concezioni alternative:”decarcerizzazione e depenalizzazione” e “diritto penale minimo”.Che cosa ci fanno in carcere tossicodipendenti,migranti, border line? Vanno rivisti i codici penale e di procedura penale,diminuire il numero dei reati,dare la massima espansione alle misure alternative,ridurre al minimi la carcerazione preventiva. Le leggi Bossi/Fini, Fini/Giovanardi, la ex Cirielli sulla recidiva vanno abrogate. Solo cosi potremo di nuovo concepire lo Stato di diritto.