PFerrero

di Paolo Ferrero

Cara Norma,

leggo sul manifesto di ieri un articolo che descrive la vicenda di Liberazione come la pervicace volontà di Rifondazione Comunista di chiudere il suo giornale.

In questa narrazione il taglio dei fondi attuato dal governo diventa una scusa che nasconderebbe "le vere intenzioni del partito guidato da Paolo Ferrero".

Per il rispetto che nutro nei confronti dei lettori e delle lettrici del manifesto mi preme di correggere questo giudizio del tutto infondato. Molto semplicemente: Rifondazione comunista si è dissanguata in questi anni in cui è fuori dal parlamento, per coprire le perdite di Liberazione. Dal 2008 al 2010 (tre anni), Rifondazione Comunista ha dato a Liberazione oltre 5 milioni di euro a fondo perduto. In questo contesto il governo Berlusconi prima e Monti poi, hanno tagliato il fondo dell'editoria. Nonostante il parziale rifinanziamento del fondo per il solo 2011, la perdita da coprire per il 2011 sarà di circa un milione di euro che si aggiungono ai precedenti. Per il 2012 non vi è nulla di certo salvo che il finanziamento pubblico scenderà ulteriormente. In queste condizioni semplicemente Rifondazione Comunista non ha più i soldi per coprire le perdite di Liberazione. Nonostante questo abbiamo proposto di tenere in vita Liberazione on line – in PDF – utilizzando la cassa integrazione a rotazione, ma questa proposta è stata respinta da giornalisti e poligrafici. Pervicace volontà di chiudere Liberazione o giornale strozzato dai tagli del governo? La risposta mi pare evidente voi compagni e compagne de manifesto ne sapete qualcosa.

In questa condizione non ci resta che sospendere le pubblicazioni di liberazione, fare una campagna di sottoscrizione molto consistente e verificare a fine anno se – alla luce delle decisioni che nel frattempo il governo dovrà assumere sul futuro del fondo dell'editoria - saremo in grado di riprendere una qualche forma di pubblicazione. Questo è quanto.

Termino con una domanda: Qualcuno mi spiega perché Rifondazione Comunista dovrebbe essere interessata a chiudere il suo giornale se non vi fosse il problema dei soldi dovuto al taglio dei fondi per l'editoria? Io non riesco a capirlo. Come segretario di Rifondazione preferirei di gran lunga avere un giornale di partito piuttosto che non averlo. Io ho un solo vincolo: non posso spendere i soldi che non ho.

Nell'augurarvi di riuscire a salvare il manifesto, un caro saluto

Roma, 9/3/2012

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