guerramalidi Giuliana Sgrena
La lotta al terrorismo, dall'11 settembre, giustifica ogni avventura bellica. Anche se non si può fermare la spirale del terrore con la guerra: erano iniziati da poche ore i bombardamenti dei caccia francesi in Mali quando è scattato l'allarme antiterrorismo in Francia. All'intervento francese sono seguite immediatamente le minacce di Ansar Eddine (uno dei gruppi terroristi che sta occupando il nord del Mali) e c'è da sperare che restino solo minacce.
Con l'intervento francese (appoggiato dagli Usa e da altri paesi europei, Gran Bretagna in testa) salta il dialogo tra jihadisti e governo, sponsorizzato dal Burkina Faso che ora, a sua volta, annuncia l'invio di un contingente. L'Ecowas (Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale) stava già preparando un contingente di 3.300 uomini, ma il presidente Traoré ha preferito accelerare l'azione militare chiedendo aiuto alla Francia, che ha risposto immediatamente, avvalendosi anche della risoluzione approvata dall'Onu il 20 dicembre.

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kurdedi Paolo Ferrero e Ramon Mantovani
L’efferato assassinio delle tre militanti kurde a Parigi è l’ennesimo crimine teso ad impedire la soluzione politica del conflitto nel Kurdistan nello stato della Turchia.
Da diversi giorni era in corso una trattativa riservata del governo turco con il Presidente Abdullah Ocalan e, come in almeno altre tre occasioni negli ultimi dieci anni, una parte dei militari e dei partiti nazionalisti turchi, con la complicità politica e probabilmente materiale di servizi d’intelligenza di paesi della NATO, non hanno esitato ad utilizzare metodi terroristici per impedire qualsiasi negoziato che porti al riconoscimento dei diritti elementari del popolo kurdo, alla fine del conflitto armato e alla liberazione di Ocalan.

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grecia freddodi Monia Benini
Sembra paradossale. In Italia si è messo fine a un governo politico per sostituirlo con le competenze dei "tecnici", e ora che va in onda la sceneggiata elettorale (le cui puntate ci terranno compagnia per lo meno sino al 24 febbraio), ci troviamo di fronte ai tecnici che si inventano i partiti politici.
Siamo speciali nel cambiare tutto affinché non cambi nulla. Siamo davvero bravi. Ma lo sono molto di più i nostri media, impegnati nelle scaramucce fra partiti e liste, che trascurano le notizie gravissime che arrivano dalla Grecia. Da una Grecia che, lo ricordo a chi avesse la memoria corta, non è così distante da noi e non solo in senso geografico.
Nevica abbondantemente ad Atene, dove vive oltre metà dell'intera popolazione.

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malvinas soldatodi Federico La Mattina
La disputa sulle isole Malvinas tra Regno Unito e Argentina ha messo in rilievo la prepotente politica estera del governo britannico che ignora volontariamente le risoluzioni ONU sulla decolonizzazione e si mostra intransigente di fronte alle plurime richieste di una risoluzione pacifica che tenga conto delle precedenti risoluzioni dell’Assemblea Generale. Il 3 gennaio Cristina Fernandez Kirchner ha inviato una lettera aperta (1) al Primo Ministro britannico David Cameron in cui rivendica la sovranità argentina sulle isole Malvinas ed esorta il Regno Unito a rispettare la risoluzione ONU del 14 dicembre 1960 che “proclama solennemente la necessità di porre rapidamente e incondizionatamente fine al colonialismo, in ogni sua forma e in ogni sua manifestazione” (2).

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warriorsdi Anna Curcio e Gigi Roggero
Sabato 5 gennaio è morto Sol Yurick. Nato nel 1925 in una famiglia di lavoratori ebrei immigrata negli Stati Uniti, è stato un grande scrittore: tra gli altri suo è il libro The Warriors, da cui è stato tratto il celebre film I guerrieri della notte. Sol era comunista e, dopo il 7 aprile 1979, ha fatto parte dei comitati contro la repressione in Italia. Lo ricordiamo con un’intervista della primavera 2010.
Sol Yurick è uno scrittore di parte. E la parte si produce nella rottura, nella scissione, nel rifiuto che costituisce nuova soggettività. Come il padre, ebreo che ha rifiutato di fare il colono in Palestina e ha trovato la sua terra promessa andando negli Stati Uniti: non realizzando l’american dream, ma diventando comunista.

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