121115carichepoliziadi Carlo Lania
Manifestazione straordinaria occupa le strade della capitale. Dietro gli striscioni di tutti gli istituti una marea di giovani e giovanissimi: «Non abbiamo paura» Centomila studenti medi e universitari sfilano in piazza nella giornata dello sciopero europeo. Scontri con le forze dell'ordine: 8 persone arrestate, 8 denunciate e 144 identificate. Decine di feriti tra agenti e manifestanti Quattro cortei hanno attraversato la capitale. Bombe carta contro gli agenti, che rispondono con cariche indiscriminate
Basta poco per rovinare una bella giornata. Basta che qualche decina di ragazzi, invece di incassare il successo politico di una manifestazione con quasi centomila persone decida di rovinare tutto indossando le solite felpe scure e i soliti caschi neri per poi coprirsi il viso con un fazzoletto.

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121115corteoromadi Francesco Piccioni
La precarietà come futuro permanente. Ironia della sorte, a pochi metri dagli scontri c'è il Bilderberg. Bambini, poco più. Quindicenni. Una nuova generazione si affaccia alla vita politica del paese, in piena crisi e senza una via di uscita visibile. E come sempre, da un secolo a questa parte, qualcuno lassù pensa che è utile dar loro una lezione, così, per «far capire subito che aria tira» se vai a contestare chi comanda. Ragazzi che il potere lo immaginano come una categoria del pensiero e forse nemmeno sapevano che 2-300 metri più avanti di Ponte Sisto, all'Hotel de Russie, era in corso la tre giorni romana del Bilderberg Group, la creme de la creme del potere globale, di cui Mario Monti è da decenni l'italiano più importante.

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121115crisidi Francesco Colonna
La spesa pubblica? Non è il problema principale, conta di più il debito privato di banche e imprese. La ricetta per uscire dalla crisi? Non l'austerity che la Bce sta imponendo all'Italia e agli altri Piigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) ma la crescita, anche finanziata dallo Stato.
Non sono le tesi di un politico in cerca di consensi ma le convinzioni di una nutrito gruppo di economisti. «Anzi», spiega Alberto Bagnai, docente di economia politica all'Università di Pescara, «è l'opinione maggioritaria della comunità accademica internazionale.
Che alla base della crisi europea ci siano gli squilibri nella bilancia dei pagamenti tra i Paesi dell'Eurozona e non i loro debiti pubblici lo sostengono quasi tutti gli addetti ai lavori.

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121115guccinidi Emiliano Liuzzi
Chi vive di passato si scordi la bomba proletaria. Francesco Guccini, 72 anni, oggi è un signore di montagna. E la rivoluzione gliel’hanno più appiccicata addosso gli altri, ma non ci ha mai creduto. Di sinistra, certo. Quello lo è sempre stato. Ma in un senso molto ampio del termine: la sinistra sono i bagni di ragazzino nel Limentra, il fiume sull’Appennino che attraversa Pavana e Sambuca, gli stenti di una guerra che era ancora dietro l’angolo, le visioni da Modena a Bologna, la città che negli anni Settanta, quando arrivò, era tutta un’altra cosa rispetto a quella di oggi. La sinistra di Guccini è l’amicizia, le osterie. Sono le gare in ottava rima, poesie a braccio, contro Umberto Eco e Roberto Benigni: “Eco era imbattibile, ovviamente. Ma io me la cavicchiavo, lo mettevo in difficoltà.

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12114alcoa operaidi Costantino Cossu
Una giornata di rabbia, le urla dei cassintegrati che non hanno più nulla da perdere gettate in faccia ai poliziotti in tenuta antisommossa, sotto un cielo che minacciava pioggia e infliggeva un caldo umido: afa e disperazione nel triste tropico mediterraneo del Sulcis. Gli operai dell'Alcoa, la fabbrica di alluminio che la multinazionale Usa ha deciso di chiudere, ieri mattina si sono radunati a centinaia davanti all'ingresso delle miniera di Serbariu, i cui uffici erano stati scelti, nelle settimane precedenti, come sede dell'incontro dei vertici istituzionali della Regione Sardegna e del Sulcis con i ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca e con il sottosegretario Claudio De Vincenti. Oggetto del summit, l'illustrazione del piano di rilancio per Sulcis preparato dall'esecutivo.

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121114democrazia cristianadi Massimo Gramellini
Alla domanda del conduttore di Sky su quale fosse la loro figura storica di riferimento, i candidati alle primarie del centrosinistra hanno risposto: De Gasperi, Papa Giovanni, Tina Anselmi, Carlo Maria Martini e Nelson Mandela. Tutti democristiani tranne forse Mandela, indicato da Renzi che, essendo già democristiano di suo, non ha sentito il bisogno di associarne uno in spirito.
Scelte nobili e ineccepibili, intendiamoci, come lo sarebbero state quelle di altri cattolici democratici, da Aldo Moro a don Milani, evidentemente passati di moda. Maciò che davvero stupisce è che a nessuno dei pretendenti al trono rosé sia venuto in mente di inserire nel campionario un poster di sinistra. Berlinguer, Kennedy, Bobbio, Foa.

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121114risaliredi Francesco Garibaldo e Tiziano Rinaldini
Ciò di cui l’Europa e l’Italia hanno bisogno è una presenza politica la cui ragione d’essere sia la rappresentanza di un insieme di parti della società che oggi non hanno alcuna rappresentanza politica.
Le politiche di risposta alla crisi, infatti, sono in realtà politiche di sostegno e rafforzamento di un dominio capitalistico sulla società italiana ed europea che toglie i diritti al mondo del lavoro dipendente, che penalizza i giovani e le donne in cerca di un lavoro che non c’è, che sta progressivamente liquidando ogni aspetto dello Stato Sociale sostituendolo solo con la tutela individuale e famigliare, che umilia la ricerca scientifica e culturale piegandola ad una logica di pura efficienza a sostegno di tale dominio.

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121114diffamazionedi Antonio Vanuzzo
Il Senato approva un emendamento a firma leghista: carcere fino a un anno per la diffamazione a mezzo stampa. «Il carcere rimane, quindi, e viene aumentata la pena pecuniaria», spiega Caterina Malavenda, tra i massimi esperti in Italia di diritto dell’informazione. Sallusti commenta: «A San Vittore sarò meno solo».
Palazzo Madama ha stabilito che la diffamazione a mezzo stampa è un reato che va punito con il carcere. È questo il risultato del voto al Senato sull’emendamento segreto proposto dalla Lega Nord e appoggiato dall’Api, che ha ottenuto 131 voti favorevoli contro 94 contrari e 20 astenuti. Il voto – particolare non secondario – è stato segreto. Caterina Malavenda, avvocato tra i massimi esperti in Italia di diritto dell’informazione, spiega a Linkiesta la ratio della norma: «Si tratta di un chiaro segnale politico, lo scopo del Parlamento è stato raggiunto, anche se per avere maggiori dettagli bisognerà aspettare domani quando si riunirà la Conferenza dei capigruppo».

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121114cofferatiIntervista a Sergio Cofferati di Maria Grazia Gerina
«Dobbiamo imporre all’Europa una inversione di rotta», scandisce Sergio Cofferati, segretario della Cgil nei primi dieci anni del lungo periodo berlusconiano. Da europarlamentare del Pd oggi sarà in piazza a Bruxelles, davanti alla sede del parlamento europeo.
È forse la prima volta che si costruisce una mobilitazione europea di questo tipo.
Che io ricordi ci sono stati pochissimi precedenti. E certo era molto tempo che i sindacati non decidevano una giornata di mobilitazione così vasta. La ragione è quella che hanno messo alla base dell'iniziativa. In tutti i paesi europei la crisi economica, che in qualche caso come in Italia è diventata addirittura recessione, sta producendo danni rilevanti al tessuto economico e sociale: calo dell'occupazione, ma anche aumento della povertà.

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121004finanzadi Franco Fracassi
Non ci avevano detto che l’austerità avrebbe risanato i conti dello Stato e posto le basi per la crescita? La Banca d’Italia ha oggi annunbciato che il debito pubblico ha raggiunto la cifra record di 1.995 miliardi e cento milioni di euro, pari al 126,8 per cento del Prodotto interno lordo nazionale (anch’esso un record). Trentatremila euro a testa, compresi morenti e neonati, che gravano sulle nostre spalle. Se il governo Monti avesse dovuto raggiungere dei risultati eccezionali, di sicuro questo sarebbe stato uno di quelli, anche se in negativo.
Nell’anno di permanenza a Palazzo Chigi, l’ex rettore della Bocconi ha aumentato il debito di ottontotto miliardi e cinquecento milioni di euro, portandolo a sfiorare il muro psicologico dei duemila miliardi, ha fatto crescere la disoccupazione dall’8,5 al 10,8 per cento, ha fatto calare la propensione degli italiani a consumare (necessaria alla crescita) da più 0,4 a meno 2,4 per cento, ha depresso il Pil (-2,4%).

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