Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Dopo l’ordine impartito da Squinzi, Fornero prontamente obbedisce e si lancia in una nuova crociata contro i lavoratori. Il punto è che questo governo fa schifo: demolisce le pensioni, tratta come carne da macello gli esodati e vuole permettere la libertà di licenziamento indiscriminata. Questo governo fa schifo perché tutta questa macelleria sociale produce due soli risultati: aggrava le sofferenze delle persone e la crisi».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, dichiara:

«Oggi, davanti ai monumenti delle principali città italiane, la Federazione della Sinistra ha manifestato con enormi striscioni in cui chiediamo al governo di “tenere giù le mani” dall’articolo 18. È vergognoso che un governo che non ha alcuna legittimazione popolare, che vede il dimezzamento del consenso popolare delle forze che lo sostengono, demolisca la principale conquista del movimento dei lavoratori. È  vergognoso che il PD si presti a questa sporca operazione e addirittura un suo esponente sia relatore del provvedimento. Per questo continueremo nei prossimi giorni le iniziative, con manifestazioni, volantinaggi e presidi per far sentire la nostra voce: i diritti dei lavoratori non sono merce e non possono essere smantellati nel silenzio generale. Serve lo sciopero generale, invece, e  la più larga mobilitazione possibile».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato, commentando gli arresti avvenuti oggi in varie regioni d’Italia:

«La ribellione dei braccianti immigrati, stanchi di subire lo sfruttamento di padroni e caporali, è stata determinante per portare all’arresto di oltre una ventina di persone tra Puglia (Nardò), Calabria (Rosarno), Sicilia, Campania e Toscana. Un plauso alla Magistratura e alle forze dell’ordine che hanno portato a compimento questa operazione. Spetta ora al governo e al Parlamento garantire a chi si è esposto denunciando lo stato di schiavitù in cui sono ridotti i lavoratori un permesso di soggiorno e condizioni di vita e di lavoro degne di questo paese».

La Federazione della Sinistra organizza oggi, mercoledì 23 maggio, dalle 16, un presidio di protesta in piazza delle Cinque Lune, a Roma, in occasione della discussione sul ddl lavoro al Senato. Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, parteciperà al presidio odierno alle 16 e dichiara: «Il ddl lavoro che questo Parlamento si accinge a discutere e approvare scardina l’ultima garanzia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che neppure i governi Berlusconi erano riusciti a cancellare. Se passasse la controriforma l’obbligo della reintegra del lavoratore ingiustamente licenziato non ci sarà più. La cancellazione del diritto alla reintegra apre le porte ad arbitri senza precedenti nel rapporto di lavoro, facendo venire meno il valore deterrente dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Contemporaneamente il ddl lavoro non cancella nessuna delle tipologie di lavoro precario e riduce la copertura degli ammortizzatori sociali, i cui effetti si combinano in maniera micidiale con la controriforma delle pensioni. La precarietà diventerà condizione generale: le lavoratrici e i lavoratori adulti ed anziani espulsi nella crisi dai posti di lavoro dovranno competere con i loro figli e le loro figlie per un posto precario».

Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«A vent’anni dal tragico attentato a Giovanni Falcone, nel quale morirono anche sua moglie e gli uomini della scorta, ricordiamo e onoriamo il sacrificio del giudice che insieme a Borsellino è il simbolo della lotta alle mafie e di rispetto per la democrazia. Falcone è stato ucciso perché aveva capito i legami tra mafie e Stato, legami che in questi anni non sono stati recisi. Alle migliaia di ragazzi e ragazze che oggi sono a Palermo a ricordare Falcone lo stato questo deve : la verità e la rimozione del degrado economico e sociale che sono alla base della forza delle mafie, di quelle di ieri come di quelle di oggi».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – FdS, ha dichiarato:
«Voglio denunciare con forza i vergognosi manifesti razzisti affissi dal Popolo della Libertà a Pescara. Evidentemente il PDL alla frutta non trova di meglio che imitare la Lega di Borghezio. Al contrario di quanto si evince dal manifesto in questione la delinquenza non ha appartenenze etniche, come dovrebbero sapere gli esponenti del PDL che contano nelle proprie fila e hanno portato in parlamento un esercito di indagati e condannati. Vogliamo sperare che la magistratura apra un’inchiesta, vista la palese violazione della legge Mancino».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Il governo “tecnico” se n’è infischiato dell’opinione dei valsusini, militarizzando un intero territorio, ma dovrebbe quanto meno considerare l’opinione autorevole del think tank di esperti europei che oggi ha chiesto uno stop al progetto della Tav. Un plauso alla presa di posizione di questo gruppo di professori che ha colto nel segno uno dei motivi dell’opposizione all’alta velocità in Val Susa: l’aumento del debito pubblico ci consegnerà – ancora di più - nelle mani degli speculatori. Dubito che Monti e i suoi ministri accoglieranno l’invito, essendo loro dalla parte degli speculatori: dimostreranno così ancora una volta che di tecnico non hanno proprio nulla. Le ragioni del movimento, avvalorate anche da esperti assolutamente super partes, che di certo non sono pericolosi “sovversivi”, non potranno essere sminuite e trasformate in un mero problema di ordine pubblico: ora e sempre No Tav».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«I ballottaggi consegnano un quadro politico in cui il sistema bipolare della seconda repubblica semplicemente non esiste più. Il Parlamento attuale è  completamente delegittimato perché le forze politiche che lo compongono sono minoranza nel paese.  Nel contempo là dove gli elettori hanno potuto, hanno punito chi sostiene il governo Monti. Vi è quindi una domanda di cambiamento che chiede pulizia, cambiamento e partecipazione ma anche la fine delle politiche liberiste di Monti. In queste condizioni il governo Monti non è legittimato a demolire i diritti dei lavoratori a partire dall’articolo 18: il governo nominato dalla Merkel e imposto da Napolitano tenga giù le mani dall’articolo 18».

Giovanni Russo Spena, responsabile nazionale Giustizia di Rifondazione comunista, dichiara:

«Sul testo che riguarda il disegno di legge sulla corruzione ancora una volta passa nelle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali una linea di compromesso tra le esigenze berlusconiane e quelle del Pd che rende il testo troppo prudente e obiettivamente pasticciato sul piano della tecnica giuridica. Condivido il voto contrario dell’Idv: le inchieste in corso contro la Pubblica amministrazione saranno in un sol colpo vanificate. Il reato di “dazione ambientale” è stato cancellato e vi sono le premesse per ulteriori peggioramenti in Aula».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, ha dichiarato:

«I dati Istat indicano che l’Italia è in una recessione gravissima che è dovuta alle sciagurate politiche europee e governative. Siamo nella situazione peggiore dal secondo dopoguerra: i salari al palo, il Sud poverissimo, le donne e i giovani senza futuro sono tutte conseguenze dirette delle politiche di Monti. Il governo “tecnico” sta facendo solo danni, e di grande portata, danni che paghiamo noi e che pagheranno le generazioni future. Monti ci sta portando sempre più vicini alla Grecia; ad una crisi senza possibilità di ritorno: per questo se ne devono andare subito a casa».

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