Oggi, lunedì 8 luglio, il Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” ha consegnato al Consiglio regionale le circa 11mila firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare avente come oggetto la “Tutela, il governo e la gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua”.

 

È un risultato importante, cui va aggiunto il formale accoglimento da parte di 12 consigli comunali (Acquaformosa, Carlopoli, Casole Bruzio, Castrovillari, Celico, Maida, Mendicino, Saracena, Serra Pedace, Sersale e Spezzano Piccolo,) e due giunte comunali (Amantea e San Pietro in Guarano), e l’adesione convinta di diversi amministratori comunali, provinciali e regionali: è la dimostrazione lampante che anni di mobilitazione a livello nazionale e regionale, grazie anche alla “storica” campagna referendaria del 2011, hanno reso palese l’impossibilità di monetizzare la gestione di un bene fondamentale come l’acqua, incardinandola in un freddo bilancio economico. A favorire questa presa di coscienza nella nostra regione è stata paradossalmente proprio la società che gestisce le forniture idriche ai comuni, la Sorical, e la sua azionista privata, la francese Veolia. La Sorical, attualmente in liquidazione, da quando ha fatto la sua entrata in scena ha inanellato una serie di scandali, rimanendo coinvolta in diverse inchieste, tra cui ricordiamo per la sua drammatica attualità l’accusa di avvelenamento colposo dovuta alla gestione dell’invaso dell’Alaco e alla distribuzione nelle reti idriche vibonesi di acqua non potabile.

L’obiettivo che la legge di iniziativa popolare si prefigge è di chiudere definitivamente la stagione della privatizzazione dell’acqua nella nostra regione, sancendo finalmente che l’acqua è un diritto inalienabile e inviolabile della persona, e che la sua gestione deve essere sottratta al mercato, in quanto servizio pubblico di interesse generale. Con questo progetto di legge si intende dare un’organizzazione diversa, ridisegnando i vecchi ATO in base ai bacini idrogeografici, allargando alla partecipazione dei cittadini e dei lavoratori del settore i momenti decisionali e di controllo, e affidando le attuali competenze della Sorical a un’azienda speciale pubblica, l’ABC (Acqua Bene Comune) Calabria. La proposta di legge vuole garantire la fornitura di un quantitativo minimo vitale, individuato in 50 litri procapite, e prevede l’istituzione di fondi per l’incentivazione della ripubblicizzazione a livello comunale e per il sostegno dell’accesso all’acqua potabile nel mondo.

I principi fondamentali alla base di questa iniziativa popolare cozzano con la proposta di legge per il riordino del servizio idrico in Calabria, licenziata dalla Giunta regionale e attualmente in discussione nella IV Commissione regionale: non è accettabile che il Consiglio regionale ignori non solo gli oltre 10mila calabresi che hanno aderito a questo progetto di legge, ma i 780mila che hanno votato Sì alla ripubblicizzazione dei servizi pubblici e No alla possibilità di trarre profitti dall’acqua. È importante perciò che venga accolta la richiesta di audizione dei comitati, in modo da poter sottolineare quei punti che contrastano con gli esiti referendari e con la volontà popolare.

La battaglia per l’acqua pubblica non termina certo con la consegna delle firme, e già il “Bruno Arcuri” sta lavorando a due importanti appuntamenti.

 

Il primo è previsto per la fine del mese di luglio a Carlopoli, il comune del quale il compianto Bruno Arcuri era sindaco: domenica 28 luglio i comitati calabresi per l’acqua pubblica si incontreranno presso l’Abbazia di Corazzo, insieme alle altre soggettività regionali impegnate nella difesa dei beni comuni, per rilanciare un’azione sinergica contro la svendita di beni e servizi pubblici, cui siamo costretti ad assistere a causa di due fattori determinanti, da una parte l’ubriacatura privatizzatrice che ancora pervade diversi amministratori, e dall’altra la mannaia del patto di stabilità che taglia le gambe a chi vorrebbe amministrare diversamente.

Proprio agli amministratori è invece dedicato il secondo appuntamento che si sta organizzando per fine settembre a Reggio Calabria - dove tra le altre è prevista la presenza del costituzionalista Alberto Lucarelli - e che si pone l’obiettivo di creare un coordinamento tra quei Comuni che vedono nella gestione pubblica dell’acqua, e dei servizi locali in generale, l’unica possibilità per poter amministrare degnamente in nome e nell’interesse dei cittadini.

Perché si scrive Acqua ma si legge Democrazia!

Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”

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