Altro che transizione verde, altro che sostegni alle categorie in difficoltà.

Nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che circola negli ultimi giorni, spuntano gli aiuti per ENI e consorelle, in operazioni che vanno dai progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna, contro i quali avevamo già espresso la nostra denuncia ai tempi del Piano Colao, a presunte bioraffinerie.

Il governo si prepara quindi a fare del PNRR un piano finanziario a vantaggio di aziende che operano in direzione diametralmente opposta all’obiettivo di definitivo superamento dei combustibili fossili, come si evince chiaramente dall’attuale piano industriale di ENI, assolutamente non in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e che rimanda le riduzioni delle emissioni di CO2 a dopo il 2030.

Se il Governo ha veramente a cuore l'ambiente inizi a tagliare le decine di miliardi di sussidi ambientalmente dannosi invece di usare una finta transizione energetica ed il ricatto occupazionale come scusa per ripetere il vecchio schema della socializzazione dei costi ambientali e delle perdite prodotte da aziende come ENI.

Abbiamo bisogno di investimenti nel settore dei trasporti pubblici sostenibili ed accessibile a tutte e tutti, nella scuola, nella sanità e non dell’ennesimo regalo alle multinazionali predatorie di territori e diritti.

Elena Mazzoni, Resp. Ambiente PRC-S.E.

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