Abbiamo immediatamente denunciato che il Ministero della Transizione Ecologica era una poco credibile trovata copiata da Macron il cui governo è stato persino condannato da un tribunale per non aver ridotto emissioni.
Poi che le posizioni del ministro nominato da Draghi erano inquietanti e contraddittorie.
Oggi leggiamo una presa di posizione di Greenpeace che conferma le nostre valutazioni:
"Sembrava una buona notizia, ma la partenza non è altrettanto buona.
Il neoministro per la Transizione Ecologica Cingolani, solo un anno fa, dichiarava in un'intervista per la rivista del colosso energetico italiano Eni che il solare costa troppo e che il gas è il male minore per il nostro Paese.
Se quello che il nuovo governo ha in mente per transizione ecologica è solo una pennellata di verde al Recovery Plan, non resteremo in silenzio.
"Il mondo della grande finanza, da cui Mario Draghi e altri esponenti di punta del nuovo governo provengono, ha molte responsabilità per la crisi climatica in corso".
Ci fa piacere che Greenpeace ci dia ragione. Triste che invece da ambienti di ambientalismo di Palazzo si sia dato credito a Draghi.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Elena Mazzoni, responsabile ambiente
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea