Al ministro Pichetto rispondiamo che non abbiamo bisogno del nucleare ma di fermare la guerra. La rinuncia antieconomica al gas russo dovrebbe indirizzare verso l'energia pulita. Invece si acquista a costi maggiorati energia fossile peggiore dagli USA o "riciclata" attraverso giri incredibili. Così i profitti crescono a dismisura come le bollette e l'inflazione. E ritorna immancabile la bufala nucleare che dovrebbe essere stata sepolta da ben due referendum. Ora la bufala assume le sembianze delle "piccole centrali". Il ministro Pichetto non diffonda la bufala che allude a impianti che non hanno nessuna praticabilità per ragioni di costi e di sicurezza. Non è che un nucleare piccolo è sicuro. Semplicemente è ancora meno ragionevole economicamente. Per questo ribadiamo che serve quanto prima farla finita con la guerra. Per riprendere la strada di una politica energetica fondata sulle ragioni sociali e ambientali e non sui profitti della speculazione e le follie militari. Nel mondo il nucleare non è il futuro e infatti la Germania ha detto addio. La produzione di energia nucleo-elettrica su scala mondiale è scesa a meno del 10% di quella elettrica complessiva e, conseguentemente, a meno del 2% dei consumi finali d’energia. Ci sono interessi lobbistici molto forti dietro questa ossessione per il nucleare fuori tempo massimo che è davvero inquietante in questi tempi di vertiginoso rilancio della corsa agli armamenti per il legame strategico tra civile e militare.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Elena Mazzoni, responsabile ambiente del Partito della Rifondazione Comunista, candidati della lista Pace Terra Dignità