di Rosa Rinaldi*
L'avevamo capito da tempo, ma ora l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, l'ha detto chiaramente: ENEL non ha nessuna fretta di fare la riconversione a carbone di Porto Tolle! Del resto, dichiara lo stesso Conti "la domanda di energia non è così alta". Sai che scoperta! Sono anni ormai che l'Italia ha una potenza installata molto maggiore del picco di potenza richiesta. E, nel frattempo, è esplosa l'installazione di nuovi impianti da energie rinnovabili e, non ultimo, la crisi ha drasticamente ridotto la richiesta di energia.
"Solo" questi fatti dovrebbero imporre al governo di puntare con decisione sulle energie rinnovabili. E invece niente. Addirittura nei primi giorni dall'insediamento del nuovo governo il ministro Clini, nonostante il referendum che ha seppellito il nucleare, aveva pensato di rispolverare l'atomo.
Ma riguardo Porto Tolle, viene da farsi alcune domande. Intanto, perché, se è noto da tempo che la richiesta di energia elettrica in Italia non è tale da giustificare nuovi enormi investimenti, ENEL ha fatto "carte false" per ottenere l'autorizzazione alla riconversione? Non è che per i mercati finanziari, che a ENEL interessano molto più di quelli reali, un'autorizzazione su carta può valere molto più di una centrale reale e funzionante? In altre parole: non è che ENEL, ancora una volta, ha preso in giro lavoratori, sindacati e istituzioni?
A questo punto, torna ancora più urgente una richiesta: riconversione o non riconversione, la centrale esistente va smantellata. Vogliamo iniziare a far partire almeno i lavori di demolizione e bonifica del sito?
Ma Porto Tolle non è solo questione importante legata a quel territorio. E' una questione nazionale. Legata al modello di energia e di società che si ha in mente.
Noi di Rifondazione comunista siamo contrari ad una riconversione a carbone di impianti esistenti, come Porto Tolle e Rossano Calabro, e alla realizzazione di nuovi gruppi, come a Vado Ligure e Porto Torres o a Saline Joniche.
Il carbone è una fonte di energia vecchia e inquinante.
Perché non puntare quindi finalmente sulle energie alternative? Una scelta questa che permetterebbe di salvaguardare e incrementare i livelli occupazionali e produrre energia pulita. Una scelta che va fatta adesso.
*resp. Ambiente, Territorio, Beni Comuni Prc