di Paolo Ferrero

All’Italia serve la costruzione di una sinistra degna di questo nome, che metta in discussione radicalmente le politiche antipopolari dell’Europa e del governo Monti. Vendola al contrario ha scelto oggi l’alleanza con il Pd e con l’Udc, i due principali sostenitori di Monti.  È  un errore che rischia di togliere speranza al popolo della sinistra. Rifondazione Comunista ripropone a Sel come all’Idv e a tutte le forze che si oppongono alle politiche neoliberiste praticate dal centro destra come dal centrosinistra la costruzione di un una coalizione di alternativa e di sinistra. Una coalizione da costruire in modo democratico e partecipato partendo dai territori e dai luoghi di lavoro.

di Aldo Giannuli

Caro Nichi,
leggo del tuo incontro con Bersani e del conseguente annuncio di una coalizione Pd-Udc-Sel. So che sei un politico accorto e poco incline ai colpi di testa, immagino che abbia fatto i tuoi calcoli politici e ti stia orientando in questo senso sulla base di essi. Come sempre rispetto le tue scelte, pur nel dissenso e non mi sogno di gridare al tradimento o di dare giudizi sprezzanti. Tuttavia, non credo che i giochi siano fatti e che tu abbia fatto scelte irreversibili. Vorrei dunque farti presente, con molta pacatezza, alcune considerazioni che mi sembrano utili anche nel caso tu volessi proseguire su questa strada.

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di Sara Nicoli

Alla fine, la chiave di lettura di quello che era sembrato a tutti uno scatto in avanti di Nichi Vendola per conquistare un posto in paradiso (di governo) nella prossima legislatura, accanto al Pd e a costo di sacrificare anche una fetta del suo elettorato, l’ha data un vecchio democristiano come Beppe Fioroni: è “il grande centro” il nuovo che avanza. Si rassegni chi, anche solo per qualche minuto, ha sperato di vedere una sinistra vera e solida al timone dell’Italia post montiana. Il “dopo”, quell’area “riformista” di cui tutti sembrano pronti a issare la bandiera, sarà una riedizione di un già visto, qualcosa di simile all’Unione che, però, già viene salutata come sinonimo di grande rinnovamento. E Nichi Vendola ci sarà.

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di Roberto Scardova

Sul finire degli anni 70 tutto era pronto. La P2 aveva posto sotto controllo buona parte dell’Arma dei Carabinieri ed i servizi di sicurezza dello Stato.
Con l’appoggio di Michele Sindona e dei massoni americani (la «banda dei texani») Licio Gelli aveva esteso la propria influenza sulle logge siciliane reclutando i principali boss mafiosi. I movimenti neofascisti, Avanguardia Nazionale ed Ordine Nuovo, avevano stabilito un comune piano d’azione accordandosi anche con militari e criminalità. Nelle Forze armate si era avviata la ricostituzione clandestina dei «Nuclei di difesa dello Stato», cellule armate ed addestrate costituite da militari e neofascisti, appartenenti in particolare ad Ordine Nuovo.

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di Tonino Bucci

Sono una novità nella politica. La patria d'origine dei pirati – se ne esiste una – è l'Europa continentale del nord, Svezia e Germania soprattutto. Ma cominciano ad affacciarsi anche in Italia. In ogni paese il programma di base è lo stesso, salvo adattamenti ai singoli contesti nazionali. Tutti i partiti aderiscono a un'Internazionale pirata. Stando alle categorie tradizionali il fenomeno è di incerta collocazione ideologica. I pirati non si definiscono né di destra né di sinistra. Sono un movimento per le libertà digitali. Al centro del programma mettono le questioni della Rete, la proprietà intellettuale, la riforma del copyright e del diritto d'autore, il diritto alla copia e alla libera circolazione delle opere digitali, perlomeno in sfere sottratte al mercato.

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