di Alberto Burgio

Chi si cimenta in certe imprese mostra indubbio coraggio. Scrivere la storia del comunismo, sia pure del solo comunismo novecentesco, sia pure della sua sola dimensione immediatamente politica, si carica un fardello. E promette di muoversi su un terreno complesso (si tratta pur sempre di ripercorrere un buon tratto della «storia del mondo») tenendosi a distanza da una tentazione che appare qui particolarmente forte:

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di Giovanni Stringa

Sono i 17,4 milioni di Cesare Geronzi, presidente delle Generali fino al 6 aprile di un anno fa, a guidare la classifica dei top manager più pagati nelle grandi società di Piazza Affari. Ma la lista è per ora provvisoria, visto che sono ancora molte le aziende e le banche che devono pubblicare il bilancio o la relazione sulla remunerazione del 2011.

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di Stefano Galieni

Bella piazza quella di Occupyamo Piazza Affari. Bella nonostante una Milano blindata all’inverosimile, gli allarmi della stampa borghesi, i pullman fermati all’ingresso della città, il divieto di partire dalla Bocconi, il think thank governativo. Almeno 20, 25 mila persone che hanno riempito il corteo, soggetti diversi, per generazioni, provenienze, vertenze in atto ma unite da alcuni punti di vista comuni e fondamentali.

 

 

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di Francesco Piccioni

Se vuoi capire come funziona il mondo reale, devi entrare nei meccanismi della produzione. Per storia, cultura, eredità, i metalmeccanici sono abituati a farlo. Più degli altri, prima degli altri.
L'assemblea dei delegati Fiom in Fiat è quasi un ossimoro: ufficialmente non dovrebbero esserci, in qualche situazione sono stati espropriati dell'agibilità ma la fanno lo stesso, in altre sono fisicamente fuori dalla fabbrica (a Pomigliano), in altre ancora sono stati fatti rientrare dai giudici o stanno attendendo le sentenze. Però qui si discute con una concretezza che altrove te la sogni e non ci capisci granché...
Per esempio. Marchionne dice che il mercato dell'auto è in calo quest'anno del 40%. I giornali piangono calde lacrime per il povero amministratore delegato, qui gli si fanno i conti in tasca.

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di ilfattoquotidiano.it

Dopo il letargo invernale il movimento Occupy Wall Street rialza la testa e tenta il rilancio di primavera. Lo scossone dato alla società americana, come riconoscono anche osservatori vicini al mondo bancario, è stato forte. Certo il movimento di protesta, nato il 17 settembre dell’anno scorso, ha raggiunto traguardi importanti, piccoli e grandi: dalla eliminazione di una tassa imposta dalle banche sull’utilizzo delle carte elettroniche all’avere evitato il pignoramento delle case a persone in difficoltà, passando per l’approvazione di una tassa sui super ricchi ad Albany, nello Stato di New York.

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